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Il vicesindaco di Foligno, Massimiliano Romagnoli, è stato sospeso per sei mesi dal Partito Socialista Italiano

Claudio Bianchini

Nuovo terremoto in casa socialista, ma stavolta ha davvero l'effetto di uno tsunami sul quadro politico folignate: la commissione garanzia della segreteria provinciale, ha infatti disposto, con effetto immediato, la sospensione per sei mesi, del vicesindaco Massimiliano Romagnoli, dal Partito Socialista Italiano. Nel mirino anche Mauro Gobbini, ormai ex segretario della sezione “Buozzi” per il quale è stata stabilita la revoca dell'iscrizione. Nelle prossime ore si attende l'arrivo di un commissario nominato dal partito. Provvedimenti e metodi che richiamano ad uno stile da prima repubblica, destinati ad avere un immediato risvolto anche nell'attività amministrativa. I ricorsi sarebbero partiti dai consiglieri comunali socialisti, Emiliano Belmonte e Roberto Ciancaleoni, che li avevano pubblicamente annunciati. Dopotutto, lo stesso gruppo consiliare, aveva chiesto ufficialmente al sindaco Nando Mismetti, la destituzione dell'incarico, che avrebbe portato inevitabilmente ad un rimpasto di giunta. Una doccia gelata sia per Gobbini che per il vicesindaco Romagnoli, tra l'altro, proprio nei giorni scorsi, vittima di pesanti minacce anonime inviate via sms da una cabina telefonica del centro storico di Foligno. Vicenda per la quale sono ancora in corso indagini da parte del Commissariato di Polizia. La conferma dei provvedimenti all'ex segretario cittadino e a Romagnoli, è arrivata direttamente dal segretario regionale del Psi, Aldo Potenza, ma il segretario provinciale ha scelto di non entrare nel merito delle decisioni, che dovranno comunque essere rese note entro trenta giorni. In attesa di scoprire i risvolti all'interno del partito, le conseguenze sulla coalizione di maggioranza e gli effetti sull'amministrazione comunale, gli interessati annunciano contro ricorsi. La faida socialista sembra proprio destinata a non finire qui.