Spoleto

Il “teatrino” dei teatri a Spoleto, dilettanti allo sbaraglio! Un anno di servizi a terzi e poi, Dio provvede

E’ un vero Horror Pleni, per dirla alla Gillo Dorfles, il burosauro documentale partorito da sagaci amministratori cittadini per risolvere un problema nelle gestione tecnico-amministrativa dei teatri cittadini che a quanto pare l’A.SE – società addetta alla bisogna e di proprietà interamente pubblica – non sarebbe più in grado di svolgere compiutamente.

Nel Consiglio comunale di ieri, 6 ottobre, lunga e perigliosa è stata la discussione su questo documento, che Tuttoggi aveva anticipato solo qualche giorno fa, con il quale si apre un avviso pubblico finalizzato alla scelta del concessionario per la gestione di un anno di 4 spazi teatrali spoletini.

Nemmeno George Romero, nella sua Notte dei morti viventi, avrebbe osato tanto!

In un solo gesto amministrativo si concentrano una tale serie di contraddetti e incagli che uno si potrebbe domandare “ma costoro hanno forse preso la patente al tempo di Schettino? “.

E andiamo per ordine.

Il primo dato di fatto è che il Comune di Spoleto ha una partecipazione (totale) nell’A.SE, nota società di servizi che doveva rappresentare il futuro della gestione di una comunità, dal verde pubblico, ai servizi teatrali tanto per ribadire, o quelli di manutenzione stradale etc etc.

L’A.SE candidamente ammette invece di non poter sopperire ad alcuni servizi tecnici, proprio per mancanza di personale specializzato.

Il secondo step orrorifico viene fuori quando, cascando tutti dal pero, scopriamo che alcuni servizi inerenti i teatri (addetto all’antincendio, o macchinisti e service audio, biglietteria, addetti di sala etc. quando arrivano compagnie di giro che necessitano dei contenitori teatrali in stato di efficienza) sono attività che vengono tranquillamente subappaltate a terzi già da tempo e, come nel caso dell’antincendio, a costi decisamente fuori mercato.

Immaginiamoci la gioia di chi ci viene a chiedere gli spazi quando poi gli si presenta la “cuenta” di tutta la faccenda. Oramai rischiamo di essere conosciuti nel giro come l’Harry’s Bar dei teatri. Tanto belli ma da bruciarsi le dita.

E la stessa cosa, per intenderci, accade anche per servizi di stretta competenza A.SE, tipo la manutenzione del verde che viene subappaltata a più di 90mila euro l’anno ad un service esterno.

Il vizietto insomma, tanto per rimanere in tema di citazioni cinematografiche.

E così ieri l’amministrazione Sisti, dopo aver controllato e rintracciato su Google Maps il dipartimento corretto per lo svolgimento del tema, partorisce il papello risolutivo dei mali contemporanei.

Avviso pubblico per l’affidamento di un anno a terzi della gestione dei servizi, che l’A.SE proprio “non ie la po’ fa”.

Un anno, ci siamo capiti? 365 giorni ! E giusto per non farsi ridere dietro, esce di corsa anche una determina del dipartimento “della coltivazione della bellezza” che rizappa il terreno arato e ci semina una proroga dei servizi all’A.SE fino a novembre 2022, “nelle more del completamento della procedura…etc etc..”. A domanda “perchè un anno?”, risponde la Dott.ssa Farinelli responsabile del procedimento che sostiene con ieratica semplicità, “…perchè l’Amministrazione sta ricercando altre forme di gestione, e quindi in via prudenziale e anche perchè questo affidamento ha una forma sperimentale, vogliamo vedere che cosa succederà, in sostanza”. Ecco !

Sembra di stare tutti allo Zoo comunale con Enzo Jannacci, per vedere come stanno le bestie feroci. E gridare: “Aiuto, aiuto è scappato il leone!”. E vedere di nascosto l’effetto che fa… Il Comune si attrezza per fare lo scherzone e vedere l’effetto che fa. Come finisce la strofetta tanto lo sappiamo, “vengo anch’io…no tu no!”

I nostri coltivatori di bellezza, poi, non paghi della lasagnona untuosa all’americana cucinata in consiglio comunale, infarciscono i sevizi da offrire dietro compenso a terzi, anche dell’offerta di caffetteria teatrale, Mascherine e delle visite guidate all’interno dei preziosi contenitori di spettacolo spoletini.

Come specificava Andy Luotto, di una sua famosa ricetta ai tempi di L’Altra Domenica di Renzo Arbore, il piatto è “Inzeppato ajo e ojo”!

L’abbondanza nella sua forma più strabiliante e contadina, l’Horror Pleni per l’appunto.

Qualche riflessione

Poiché il documento per l’avvio della procedura dell’Avviso pubblico è stato votato a maggioranza (14 favorevoli, 7 contrari dell’opposizione e astenuta la consigliera di maggioranza Loretoni) senza se e ma, nonostante qualche ragionevole dubbio della minoranza, si prende atto che a Spoleto, la città del Festival, del Lirico Sperimentale, de LaMaMa International e di tante altre lodevolissime iniziative culturali, l’Amministrazione comunale ha ben chiaro come si gestisce, in un anno solare, una caffetteria e tutta la serie di altri servizi tecnici necessari per far vivere il contenitore.

Ad esempio è sicuramente a conoscenza dei suddetti il tempo burocratico e amministrativo necessario per avviare la caffetteria all’interno del teatro. Immaginiamo già la velocità alla Beep Beep della Asl per la certificazione sanitaria dei luoghi di somministrazione al pubblico e degli impianti. E’ quasi sicuro che un orzetto verso Pasqua ci scappa!

E al fine della licenza, volendo essere concreti, ma se l’A.SE “non ie la po’ fa”, quale sarà mai il motivo, essendo nota la situazione dai tempi di Annibale, per cui non si mette mano in maniera anche scolastica elementare (ci mancherebbe che si pretendesse la competenza universitaria) ad una riforma della srl servizievole?

Chiostro, impiastro…ma con partner

Ormai però la tendenza di moda è delineata. Per la nuova collezione autunno-inverno di Sisti Mode- nel caso specifico il dipartimento del Turismo dell’esperto assessore Angelini Paroli- il capospalla è sicuramente l‘avviso pubblico. Come quello studiato appositamente per il complesso del Chiostro di San Nicolò, per sondare “la manifestazione di interesse” da parte di partner privati a cogestire il contenitore multidisciplinare. Il tutto venuto fuori durante la discussione in consiglio proprio sulla questione dei servizi teatrali.

Sostiene Paroli, “Il Comune, ritenendo utile completare l’opera del Chiostro di San Nicolò-a breve grazie ai contributi per il Sisma2016 si metterà mano alla parte ex Chiesa- ha deciso di partecipare ad una delle misure Next-Appennino del PNRR. L’avviso serve per completare la dotazione strutturale del Chiostro per far si che diventi un centro eventi, congressi e polifunzionalità. Con il sindaco abbiamo iniziato delle interlocuzioni con privati spoletini che si sono fatti avanti”.

Chi scrive è abbastanza vecchio da ricordare che il partenariato pubblico-privato sul Chiostro è stato tentato a più riprese nell’arco di qualche decennio, con protagonista la Confcommercio di Spoleto e gli albergatori del Con. Spoleto. Operazioni puntualmente finite nel dimenticatoio per la incompatibilità tra l’agilità, anche spericolata, degli imprenditori e la complicazione scartoffiale dell’Ente comunale. Ma ancor più per l’assoluta anti-economicità del matrimonio di interesse. Tariffe strambe e obblighi ridicoli, come quello (ricordiamo a memoria) di pagare a costi da Bulgari (quello di via Condotti sia chiaro), due dipendenti A.SE addetti all’accensione delle pompe per il condizionamento dei locali (riscaldamento-raffreddamento).

Nel nuovo tentativo che pare sia anche l’apripista alle nuove forme di gestione partecipata e a cui auguriamo ogni bene, l’Assessore Angelini Paroli spiega di aver lodevolmente intercettato un finanziamento a valere sul PNRR che si lega contestualmente anche ai lavori di ristrutturazione “Sisma 2016” della parte “chiesa-auditorium”.

C’è la fila di imprenditori immaginiamo (Quelli seri. Poi altri, può darsi…) che non vedono l’ora di fare campagne di comunicazione per offrire la prestigiosa location coperta dai tubi innocenti e con i ballini di cemento accatastati. E’ un affare, non c’è dubbio.

Ma tanto la fine del discorso la conosciamo già, qualcuno alzerà il ditino e ci dirà “se volete fare politica candidatevi….!”.

Eh, mica no.