Questioni di pochi giorni e Viktoriia sarà dimessa dal Santa Maria della Misericordia per intraprendere un percorso di riabilitazione in attesa di coronare quello che ancora oggi sembra un traguardo lontano: tornare a camminare. Viktoriia, 43 anni, è la donna ucraina che la sera dell’11 giugno riportò un grave trauma agli arti inferiori che obbligarono i medici all’amputazione, mentre attraversava i binari alla stazione di Perugia. Ricoverata in Terapia Intensiva per oltre per un mese, con a fianco le rappresentanti di una associazione di volontariato che si propone sostegno alle donne dell’est.
“Pochi minuti dopo aver letto la notizia di ciò che era accaduto, ero già negli uffici della Polizia Ferroviaria per assumere le informazioni e capire come avremmo potuto aiutare quella ragazza”, racconta Lara Gurgurov, arrivata a Perugia con un visto turistico. “Nel giro di poche ore le nostre associate, esattamente 158, voglio precisarlo, iniziarono una donazione di sangue per Viktoriia, che doveva essere sottoposta ad intervento chirurgico. Dal primo giorno ad oggi non l’abbiamo mai lasciata sola, a volte anche con una assistenza nelle 24 ore”. Nei tre mesi di ricovero Viktoriia ha ricevuto assistenza da diverse strutture dell’ospedale, dopo la Rianimazione, in Ortopedia, diretta dal prof. Auro Caraffa, in collaborazione con i chirurghi plastici.
A condizioni cliniche stabilizzate la donna è stata trasferita presso l’Unità di degenza infermieristica. Dopo l’intervento eseguito in emergenza dell’amputazione degli arti inferiori, la Dott.ssa Elisabetta Pataia e il Dr. Marino Cordellini, con più interventi chirurgici di innesto cutaneo hanno eseguito una plastica dei monconi per agevolare il miglior posizionamento delle protesi. “Viktoriia è una donna positiva, che collabora con il personale sanitario, una paziente modello”, osserva il Dr. Daniele Torroni, responsabile della degenza infermieristica. “So di aver rischiato la vita, e porterò riconoscenza infinita a i medici, agli infermieri e al personale sanitario che mi hanno assistito, un grazie di cuore anche alle donne dell’associazione che non mi hanno mai fatto sentire sola – dice Viktoriia -. In ospedale ho ritrovato il sorriso, forse un giorno tornerò in Ucraina dalla mia famiglia, ma a Perugia ho davvero conosciuto cosa vuole dire la parola solidarietà”.