Il Sindaco di Bevagna, Enrico Bastioli, è membro effettivo dell'A.T.C.2 (ambito territoriale di caccia), in tale veste esprime un giudizio negativo su alcune parti del calendario venatorio 2009/2010.
In primis sulla preapertura, di mercoledì 2 e domenica 6 settembre, per tortore e colombacci . “Non riesco a capire – afferma Bastioli – le motivazioni che hanno spinto il legislatore nel prendere una simile decisione. Aprire la caccia solo a pochi selvatici è un errore madornale e significa sterminare, non cacciare secondo tradizione. Io sostengo che è preferibile una apertura generale in cui i seguaci di Diana possano meglio distribuirsi nel territorio senza penalizzare una singola specie”.
Sui contenuti del calendario venatorio si è inoltre espresso l'Assessore regionale alla Caccia, Lamberto Bottini, che ha posto l'accento sulla volontà della Regione Umbria di “cercare di raggiungere un equilibrio fra esigenze ed aspettative, con l'aggiunta di elementi interessanti come la scelta di obbligare l'uso dei teli per realizzare i capanni degli appostamenti temporanei in occasione dei primi giorni di preapertura”.
E' proprio su queste affermazioni che intende soffermarsi il sindaco Enrico Bastioli. “I capanni di tela – sostiene – non hanno nulla a che fare con la vera caccia. Tra l'altro, già dallo scorso anno, nel calendario venatorio si è ben precisato che il capanno può essere fatto 12 ore prima, al fine di evitare discussioni. I cacciatori, da sempre, si attrezzano a costruire i ripari con la vegetazione naturale. Questa bella usanza – ribadisce il consigliere provinciale – va mantenuta cosi come è”.
Un altro giudizio negativo Bastioli lo esprime in relazione al primo giorno in cui si possono imbracciare le doppiette. “Aprire la caccia in un giorno feriale (mercoledì 2 settembre) – puntualizza – è sbagliato dal punto di vista lavorativo e può creare problemi a enti pubblici e aziende private. Sarebbe stato più giusto iniziare l'attività domenica 6 settembre ” .
Sul calendario le associazioni venatorie sembrano divise sulle scelte di fondo. “Questo è un vero problema – per Enrico Bastioli – che rende ancora più difficile fare una politica venatoria seria e costruttiva in Umbria” .