L'ex sindaco di San Gemini, eletto senatore nel Pd e poi confluito in Italia Viva, ha lasciato il partito di Matteo Renzi
Il senatore Leonardo Grimani, già sindaco di San Gemini, eletto senatore con il Pd e poi passato ad Italia Viva ha lasciato il partito di Matteo Renzi. Con una lettera aperta il senatore ha spiegato le motivazioni del suo abbandono.
Comunico di aver maturato la scelta di lasciare Italia Viva dopo due anni di lavoro appassionato ed intenso. Nella mia scelta non c’è nessuna valutazione di carattere personale ma solo la volontà di iniziare un percorso con rinnovati stimoli e convincimenti. La spinta del progetto riformista, cosi come concepito con l’adesione ad Italia Viva si è, a mio avviso, esaurita e va aperto un confronto nell’area del riformismo con un momento di riflessione approfondito. Rimane centrale l’obiettivo di combattere i populismi che tanti danni hanno prodotto nel nostro Paese ma ciò non può essere fatto in una logica di equidistanza tra centro destra e centro sinistra. Penso che il riformismo alberghi nella famiglia del progressismo europeo e anche l’esperienza francese legata a Macron ha un senso se slegata da ogni possibile legame con la destra francese. Penso che il campo riformista vada organizzato una volta per tutte mettendo da parte personalismi e tatticismi e penso che la scelta che dovremo fare per eleggere il nuovo Capo dello Stato non possa essere il banco di prova per la costruzione di nuove alleanze future o per fare sgambetti a qualcuno ma in realtà dovrebbe essere una fase di massima condivisione politica con uno sguardo rivolto al futuro del Paese e non alla prossima campagna elettorale. Non credo che sia più sostenibile una guerra quotidiana contro tutto e tutti che porta all’isolamento e della rivendicazione politica a tutti i costi di una superiorità. Voglio chiarire che il giudizio sulle vicende giudiziarie legate alla fondazione Open è assolutamente in linea con quello di Matteo Renzi ovvero ritengo che sia stato indecoroso il processo di violazione della privacy e della diffusione di dati e notizie totalmente estranei alla natura e all’oggetto dell’indagine. Credo anzi che la battaglia garantista sia il terreno sul quale continuerò a trovare punti irrinunciabili di contatto con Italia Viva e il suo leader. Credo anche che i meriti di Matteo Renzi nella politica italiana siano enormi a partire dalla qualità della sua esperienza di Governo, la migliore degli ultimi trenta anni, fino ad arrivare all’avvento di Mario Draghi alla guida dell’esecutivo odierno. Insomma la mia scelta non è sul passato ma vuole guardare al futuro pensando che non sia più replicabile una battaglia campale sui giudizi da dare alle esperienze passate quanto piuttosto a come riorganizzare il campo riformista senza primogeniture e mettendo in campo la massima generosità. Per questo c’è bisogno di costruire un contenitore più grande che guardi al campo riformista e che metta a disposizione del paese le migliori energie e le migliori leadership possibili. Per fare tutto questo c’è bisogno di un cambio di passo che a mio avviso Italia viva non è più in grado di esprimere e io conseguentemente intendo guardare oltre e lanciarmi in una nuova sfida. Per questo aderirò per ora al gruppo misto e metterò le mie energie a disposizione di un nuovo percorso.