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IL SALUTO DI BENEDETTI E BRUNINI AI DIPENDENTI COMUNALI. SINDACO “SE MI CHIAMATE PAPI VE LA FACCIO PAGARE” (foto)

Giornata importante per il neo-sindaco Daniele Bendetti. Era in programma per questa mattina infatti il saluto ai dipendenti comunali, insieme all'uscente Massimo Brunini. L'occasione è stata anche quella però per festeggiare il lieto evento di casa Benedetti, con l'arrivo del piccolo Enrico venuto alla luce nel corso della notte. “Sono contento di trovarvi – esordisce il sindaco – siete un'ottima squadra, invidiata da molti enti locali, abbiamo fatto tanto e tanto ancora c'è da fare”. Suona subito la carica il primo cittadino, non senza aver premesso “se vi azzardate a chiamarmi Papi, ve la faccio pagare”.

La risata che ne consegue stempera l'attesa, ma prepara alla considerazione successiva “nessuno di voi pensi di abbassare la guardia, perchè rimescoleremo tutto sempre nel segno del cambiamento e della stabilità dell'apparato”, ammonisce Benedetti.

Il Sindaco ribadisce come i tavoli di concertazione siano ancora lo strumento privilegiato per affrontare qualsiasi discussione sui temi fondamentali della città. Ed è stata la stessa campagna elettorale a lanciare un segnale in tal senso “Ho incontrato tanti rappresentanti delle Associazioni di categoria e non, che vogliono tutti lavorare per il bene della città”.

“Ed è per questo – aggiunge Benedetti – che non consentiremo che alcuni temi come la sanità ad esempio vengano trattati nelle segrete stanze, ma per farlo si deve passare prima dal Comune di Spoleto.”

E poichè siamo in clima festivaliero fa un accenno anche alla kermesse spoletina e dice “L'aumento della vendita dei biglietti registrato in questi giorni è il segno che la nostra scelta dello scorso anno era ponderata e seria”.

Un accenno anche ai rapporti regionali “dove ormai la nostra autorevolezza ci consente di eleggere i nostri consiglieri e rappresentanti. In Provincia ad esempio siamo in grado di ambire ad un posto nell'esecutivo, con un Assessore”.

Quando prende la parola Massimo Brunini la platea si fa silenziosa. Sembra evidente la traccia lasciata dai dieci anni di amministrazione del sindaco uscente. Brunini ribadisce il concetto di passaggio del testimone che rappresenta per Spoleto una novità assoluta. Si prosegue quindi con la stessa filosofia ma con energie nuove e con innovazione che consenta di mantenere sempre all'attenzione di tutti la stabilità della macchina comunale. Brunini dice “il vento sta cambiando, se anche in Camera di Commercio abbiamo maggiore rappresentanza soprattutto grazie alla categorie dei Commercianti, degli Artigiani, e degli industriali. Questo per noi significa avere il controllo diretto su un terzo del bilancio della Camera di Commercio, un bilancio che è di circa 33 milioni di Euro.”

Se il tema dell'autorevolezza aveva bisogno di conferme, con questo accenno Brunini lo certifica, come certifica anche il metodo dei rapporti con la Regione, laddove il rispetto “lo si ottiene, sì dialogando, ma nella certezza delle singole autonomie”. Insomma se la filosofia è la stessa, come accennato da Benedetti, verrebbe da dire che la “Massimosofia” torna in primo piano.

E prima dei saluti finali la proposta del sindaco uscente “sperando di non essere invadente – dice Brunini nel mezzo di una risata generale – invito Daniele a valutare il fatto che in questa tornata elettorale ci sono stati più o meno 450 candidati, quasi tutti giovani, tra grillini e grilloni, sinistrini e destroni, e tutti hanno detto che volevano il bene della città. Ecco invitiamoli tutti ai tavoli di concertazione, apriamone 50 di tavoli e mettiamoli alla prova”.

Dopodichè la fascia di sindaco viene poggiata sulle spalle di Daniele Benedetti tra l'applauso dei presenti.

In chiusura, un fuori programma con il Direttore Generale Cerquiglini che omaggia di un regalo (un orologio), a nome dei dipendenti, il cittadino Massimo Brunini – “la prima volta che accade a Spoleto” dice Gianfranco Mazzoccanti cerimoniere di tanti primi cittadini – mentre l'Architetto capo del Comune, Giuliano Maria Mastroforti, porge a Bendetti un piccolo nastro tricolore…. per il minisindaco Enrico Bendetti.

(car.van. – chia.fa.)