Non piace alla Cgil e al Sunia, il sindacato degli inquilini, la proposta del gruppo consiliare della Lega per modificare i criteri per l’assegnazione degli alloggi popolari in Umbria. I principi ispiratori della proposta, secondo Cgil e Sunia, “non rispondono alle vere esigenze della popolazione”.
Certo, occorre ancora attende i 20 articoli del testo annunciato, ma già i principi ispiratori della riforma (che tende a privilegiare chi risiede e lavora da più tempo in Umbria e categorie quali famiglie con disabili, anziani, genitori separati in difficoltà economica, rappresentanti delle forze dell’ordine) vengono contestati. “Ricordiamo – scrivono Cgil e Sunia – che qualsiasi legge non può violare il principio costituzionale di uguaglianza, pertanto, inserire criteri arbitrari e discriminanti condurrebbe inevitabilmente ad un impugnazione della norma, così come avvenuto anche in altre regioni italiane”.
I veri problemi secondo Sunia e Cgil
Cgil e Sunia richiamano invece l’attenzione sui veri problemi che a loro giudizio affliggono l’Umbria: “In primo luogo – sottolineano – la scarsità di alloggi pubblici, causata da un disimpegno negli investimenti in edilizia residenziale da parte degli enti e dal mancato recupero degli immobili esistenti e attualmente inutilizzati. E poi, un sistema di calcolo dei canoni che, come già denunciato dai sindacati degli inquilini, rischia di penalizzare fortemente le fasce più deboli tra gli assegnatari”.
La vertenza casa
“Crediamo che il tema della casa vada affrontato con la necessaria serietà, evitando proposte demagogiche (come l’assegnazione di quote riservate ad appartenenti alle forze dell’ordine) – concludono Cgil e Sunia – e ci aspettiamo pertanto un confronto nel quale poter esporre, insieme a Cisl e Uil, le nostre proposte, contenute in una piattaforma sulla ‘vertenza casa’ in Umbria che sarà oggetto nelle prossime settimane di assemblee e iniziative sul territorio”.
De Luca: intanto arrivano gli aumenti
Il tema della casa diventa argomento di scontro politico. Il consigliere regionale Thomas De Luca (M5S) punta l’indice contro la maggioranza di centrodestra: “Mentre impazza la polemica su nuovi regolamenti o presunti leggi per l’assegnazione delle case popolari al grido di ‘Prima gli italiani’, quegli stessi italiani, per lo più umbri, per lo più anziani soli e giovani coppie, vengono abbandonati dalle istituzioni e dalla maggioranza a trazione leghista che ormai governa indisturbata sia la Regione Umbria che i Comuni più grandi del territorio umbro”.
De Luca spiega che “proprio in queste ore stanno arrivando le prime
cartelle con gli aumenti dei canoni per chi vive in alloggi di edilizia
residenziale sociale pubblica a seguito dell’entrata in vigore del nuovo
regolamento 7/2019. Sono diverse le lettere e i cedolini che alcuni cittadini
ci stanno inviando in queste ore in cui abbiamo potuto constatare come gli
aumenti variano dalle 20 alle 50 euro, ma non possiamo escludere che ci siano stati aumenti anche maggiori. Ed è solo la prima parte, perché ai sensi del regolamento tra sei mesi ci saranno aumenti altrettanto consistenti. Eppure – afferma l’esponente pentastellato – avevamo lanciato più volte l’allarme, sin dallo scorso ottobre con comunicati stampa e ben due sedute del Comitato di controllo e vigilanza di cui sono presidente sono state dedicate a fare luce sull’argomento”.
Thomas De Luca rileva poi che “gli aumenti stanno colpendo vedove, anziani soli e giovani coppie, una fascia di popolazione già vulnerabile che conta in Umbria circa 7mila 400 nuclei familiari. Nessuno dalle parti della
maggioranza ha mosso un dito ed ora ci troviamo in una situazione
emergenziale dove vedove e anziani con appena 500 e 700 euro di pensione
saranno costretti a far fronte ad aumenti insostenibili per le loro economie.
Siamo esterrefatti – conclude – di come si stia usando l’argomento
dell’edilizia residenziale a fini meramente propagandistici mentre nessuno
muove un dito per chi è veramente in difficoltà“. E De Luca annuncia nuove iniziative su questo tema.
Il post di Salvini
Matteo Salvini ha salutato la proposta sugli alloggi popolari annunciando che in soli tre mesi la Lega era passata “dalle parole ai fatti”. Toni trionfalistici che hanno scatenato la reazione degli oppositori politici.
Tra questi, l’ex vice presidente della Regione (e attuale consigliere di minoranza del Pd) che, evidenziando come si tratti di una proposta ancora da discutere e votare, ne ha criticato lo spirito, giudicandola “un vero e proprio insulto alle donne, un calcio alle pari opportunità e un ritorno all’era primitiva. Esiste già una norma nel nostro ordinamento a favore delle coppie separate (madre e padre) – ha aggiunto Paparelli – non abbiamo bisogno tornare indietro di secoli”.