Claudio Bianchini
Riesplode il caso del 'canile di Sellano' a portarlo nuovamente all'attenzione del Consiglio e della Giunta comunale, è il capogruppo del Popolo della Libertà, Riccardo Meloni. Nel 1999 sono stati stanziati 500milioni delle vecchie lire, per il canile comprensoriale di Sellano, mai entrato in funzione. L'esponente berlusconiano lo definisce a chiare note “sperpero di denaro pubblico davvero incomprensibile e inaccettabile” commentando la “fallimentare scelta che prevedeva 90 posti a disposizione di 23 comuni”. Secondo Meloni una decisione “anche matematicamente incomprensibile, in virtù del fatto che nel nostro comune sono ricoverati mediamente 150 cani e che nel territorio comunale sono presenti un canile comunale, due privati ed uno parzialmente utilizzato nel comune di Todi”. Il capogruppo del PDL ricorda nella mozione che “da sempre è contestata l’attuale ubicazione, a causa della difficoltà ad accedervi, e per le temperature costantemente al di sotto dello zero nei mesi invernali”. Condiderando che s'intende spendere ulteriori 117mila euro per l’acquisto di nuove cucce, che i 90 posti inzialmente previsti, a 50 e che ad oggi non sono più 23 i comuni interessati, ma solo il Comune di Sellano e quello di Foligno – fa sapere Meloni – il costo di ogni cane è orientativamente di circa 3 euro al giorno, per una spesa annua complessiva di circa 160mila euro”. Nella mozione si vuol impegnare il sindaco e la giunta comunale “ad attivarsi, per evitare di vedere ricoverati gli animali in un posto assolutamente inadeguato, ed a riflettere sulla possibilità di ridurre il numero dei canili, concentrandoli in uno- due poli, al fine di avere un maggior controllo sugli animali ed una riduzione dei costi”.