Il punto della situazione dei Dem folignati dopo la sconfitta elettorale. Le priorità dell'azione amministrativa.
I 27 voti di differenza tra Zuccarini e Masciotti ancora bruciano, la possibilità di un ricorso è remota anche se non del tutto scomparsa e tra due giorni si insedia il nuovo consiglio comunale. Il Partito democratico di Foligno, dopo una campagna elettorale che l’ha portato ad un passo dalla vittoria con il centrosinistra, è pronto a ripartire e ha presentato il gruppo consiliare che sarà costituito da Rita Barbetti, Mario Bravi, Maura Franquillo e Giorgio Gammarota.
I numeri delle elezioni
Quattro consiglieri come nel 2019 ma di cui solo Barbetti è stata confermata. I voti assoluti, rispetto al 2019, sono di meno: 4.457 contro i 5.644 di cinque anni fa, ma il bicchiere che viene fornito nell’analisi del voto è mezzo pieno: “La coalizione era più ampia, abbiamo perso bene ma la vittoria era ad un passo”. Con un occhio ai numeri i 4.457 del Pd, pari al 17,34 per cento, sono ad un’incollatura dai 4.489 di Fratelli d’Italia, primo partito con il 17,47 per cento e traino della coalizione di centrodestra.
“Una coalizione più grande ci ha portato ad un passo dalla vittoria”
“Le Europee hanno reso evidente la presenza del Pd nella società civile – ha detto Maura Franquillo, neoconsigliere comunale e segretaria dem – e sul risultato delle amministrative, è il frutto di un percorso di costruzione. Abbiamo dovuto fare delle rinunce per la coalizione, abbiamo perso due punti rispetto al 2019 ma abbiamo messo insieme una coalizione più grande e che ci ha portato ad un passo dalla vittoria”. “Abbiamo perso – ha detto Gammarota – ma realizzando un grande successo e una grande mobilitazione”. Una vittoria che non è arrivata e per la quale i progressisti parlano ancora di ricorso: “Ci sembra naturale fare degli approfondimenti che stiamo valutando”. Ci sarebbero dei tecnici al lavoro per valutarne la fattibilità.
“Sanità, lavoro e ambiente”
Sul centrodestra: “Si aspettavano la vittoria al primo turno e non è arrivata. La città ha dato un indirizzo chiaro“. Bocciata anche la giunta: “Se fosse stata una squadra vincente non sarebbe cambiata. Invece i nomi sono gli stessi ma le deleghe sono stravolte, segno di una grande debolezza”. Quindi le priorità del Pd e della coalizione: “sanità e diritto alla cura e ambiente, perché siamo stanchi – ha proseguito Franquillo – di una città sporca come mai prima, le tasse aumentano ma i servizi no“. Pronti a lavorare sulla proposta del salario minimo comunale e “osserveremo il lavoro dell’amministrazione, essendo di stimolo e controllo“. Sul gruppo presentate le figure nuove per la politica come Giorgio Gammarota e Mario Bravi. Rita Barbetti è alla terza legislatura, la seconda da minoranza.
Il campo largo e gli impegni di Bravi
Franquillo promuove anche l’analisi del voto in chiave ‘campo largo‘: “Siamo fieri di quanto fatto, ognuno ha le proprie peculiarietà ma abbiamo messo di fronte a tutto il nostro obiettivo”. Bravi ha evidenziato quali saranno i suoi versanti di impegno: “Foligno ha salari del 13 per cento sotto la media nazionale, che a sua volta, come certifica l’Ocse, è in calo del 6,9 per cento. Aumentano i part time e il 26 per cento dei folignati dichiara meno di 10mila euro lordi, quando la media nazionale è 24mila. Il Comune dovrebbe fare qualcosa di concreto”.
La battaglia sulla sanità
Barbetti ha ricordato le sue battaglie sul fronte della sanità: “Il sindaco non si è mai speso a sostegno delle nostre strutture. Hanno cercato di spostare 11 infermieri residenziali a Spoleto, le cooperative di tipo B sono state esautorate e anche la gestione delle deleghe è stata risolta come una partita a scacchi. Vorrei inoltre che il sindaco Zuccarini si ricordi di esercitare la delega alla sanità che ha mantenuto, difendendo il territorio e chiedendo la casa di comunità”.