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Il Pd di Martina per “tornare a entusiasmare”

I nostri avversari non sono Zingaretti e Giachetti, ma Salvini, Di Maio e questa destra pericolosa“. Anche a Perugia, dove fa tappa in vista delle primarie del 3 marzo per la segreteria nazionale del Partito democratico, Maurizio Martina ribadisce quanto detto lanciando la sua convenzione per la guida del partito.  “In tutto quello che facciamo per le primarie e dopo – prosegue – deve esserci innanzi tutto l’interesse del Paese in testa. Non deve essere una discussione autoreferenziale tra noi. Ma lanciare un messaggio sulla funzione che ha oggi Pd per la tenuta democratica del paese. E sono convinto che le ragioni dei democratici oggi sono più necessarie di 11 anni fa quando siamo nati“.

Martina parla delle trasformazioni della destra e di come il centrosinistra riformista sia invece rimasto fermo alla “terza via” prospettata negli anni Novanta. “I nostri avversari – ricorda – li riconoscevano in un quadro ideologico certo. Un panorama di riferimento spazzato via dalla crisi, che ha cambiato l’offerta politica della destra, che da ultra liberista è diventata sovranista“.

Da qui la sfida del Pd: riproporre un modello di società. “Ricostruire un’idea di società più che un programma elettorale – dice Martina – alzare l’asticella per tornare a entusiasmare”. Perché nel popolo dem vede una “grande domanda di senso, di prospettiva”. Insomma, offrire “un’alternativa di valori prima che delle singole misure“.

Dimostrare – continua – che la retorica di Salvini, con il suo ‘prima gli italiani’, è il contrario della protezione“. Nel sociale, come in economia. E la governatrice Catiusci Marini, seduta in prima, commenta e annuisce.

Al fianco di Martina, nel palchetto allestito al Park Hotel di Ponte San Giovanni, il segretario regionale Gianpiero Bocci e quello provinciale di Perugia Leonardo Miccioni. “Sono tra i primi sostenitori della sua candidatura” dice Miccioni, ricordando due episodi: come Martina sia stato punto di riferimento, da segretario regionale, per i reggenti del Pd umbro, con il lavoro dello scorsa primavera in vista delle amministrative, e la sua partecipazione alla Marcia della Pace.

Bocci ringrazia Martina, che “ha portato il Cristo e il lanternone“, per “la responsabilità che si è assunto in un momento difficile. Perché è semplice fare il segretario quando le cose vanno bene. Meno facile quando non vanno bene, quando c’è stato un appuntamento come quello del 4 marzo e bisogna provare a ricostruire la comunità dei democratici“.

E Bocci, come aveva fatto prima della sfida con Verini, invita alla mobilitazione anche oltre gli iscritti ed i simpatizzanti e soprattutto a remare tutti dalla stessa parte il giorno dopo i risultati. Perché il Pd deve proseguire sulla via tracciata, per ricostruire il senso di comunità che si è perso, con questo “individualismo sfrenato” che a suo giudizio è un male ancora peggiore delle correnti. Ed anche Bocci chiede di  mobilitarsi per fermare la vecchia e  la nuova “più pericolosa” destra, quella che ha rifilato al Pd un cappotto in Umbria un anno fa.

A presentare la candidatura di Maurizio Martina, l’esponente umbra che lo ha sempre sostenuto, Alessia Dorillo. E che ne ricorda l’impegno da ministro, da segretario e ora da candidato alle primarie. E quegli incontri dove “ho visto tanta base e pochi dirigenti” sottolinea. Con un invito: “Quella è la comunità da cui ripartire, Maurizio“.

Ma questa volta di dirigenti del Pd per Maurizio Martina ce ne sono molti, a cominciare dalla nutrita schiera dei consiglieri regionali, con Guasticchi, Smacchi, Leonelli, Casciari e la presidente dell’Assemblea Donatella Porzi.