A fronte di una crisi economica e sociale sempre più grave, con un aumento vertiginoso di disoccupazione, di cassa integrazione e di povertà, il Governo, oltre all'approvazione di misure a vantaggio delle imprese, sta portando a termine l'attacco definitivo alla categoria di lavoratori, quella del Pubblico Impiego, non ancora ridotta al silenzio.
Il ministro Brunetta, con il pretesto di un miglioramento dell'efficienza e della trasparenza, ha progettato una profonda riforma del Testo Unico del pubblico impiego indirizzata ad una privatizzazione della P.A., con il tentativo di azzerare i diritti già cancellati nel lavoro privato. Se tale bozza di decreto fosse approvata, la Pubblica Amministrazione verrebbe ridotta all'osso, regalerebbe ai privati una minima gestione dei servizi ai cittadini e porterebbe alla sottomissione dei lavoratori.
Si prevede anche un pesante attacco al salario dei lavoratori pubblici, che per la quota fissa vedrà parte degli aumenti erogati dalle Amministrazioni locali con grave disparità fra i territori, mentre per la parte variabile sarà sempre più dipendente dalla relazione con il dirigente e da valutazioni esterne e senza controllo.
Viene introdotto un codice di disciplina simile ad un regolamento militare, senza garanzie e senza possibilità reale di contraddittorio, che ha lo scopo di intimidire i lavoratori ed assecondare la loro totale flessibilità alle politiche pubbliche del governo. Non a caso la valutazione negativa per due anni consecutivi potrà provocare il licenziamento per scarso rendimento.
Le materie di contrattazione divengono praticamente inesistenti; viene impedito lo svolgimento delle elezioni delle RSU, i comparti vengono accorpati senza logica, attuando così un vero e proprio colpo di mano che cancella la democrazia sindacale e le libertà individuali e collettive. Il Sindacalismo di Base, invece, ritiene che la battaglia per il potenziamento e miglioramento della P.A. e dei servizi pubblici dalla stessa erogati riguardi tutta la società e che investire in questo settore sia fondamentale anche per la ripresa economica del paese.
Contro questo decreto, il “Patto di Base” (la RdB-CUB, la Confederazione Cobas e la SdL Intercategoriale) ha proclamato per venerdì 3 luglio lo sciopero generale del settore (3 ore alla fine di ciascun turno, per il settore sanità l'intera giornata) che sarà accompagnato da iniziative a Roma, Milano e nelle maggiori città italiane, tra cui Perugia con un presidio in P.zza Italia davanti alla Prefettura dalle 12.30 alle 14.00.
In occasione dello sciopero del sindacalismo di base il movimento dei precari manifesterà per la propria condizione e per invocare la stabilizzazione “in onore della Beata Assunta” che, proprio il giorno 3 luglio, “apparirà” dalle ore 9.30 a Roma nelle zone limitrofe al Ministero della Funzione Pubblica e dalle ore 16.00 a Milano in P.zza San Babila.