Riuscite ad immaginare una nazionale di Calcio formata da una rosa di 23 giocatori tutti laureati? Riuscite ad immaginare una nazionale che, finiti gli allenamenti, ripiega diligentemente le proprie divise da mandare in lavanderia? Riuscite ad immaginare un modello calcistico scolastico, fatto di campionati studenteschi ed universitari? È il racconto di un ospite illustre, Giampaolo Colautti, il secondo di Alberto Zaccheroni C.T. della Nazionale Giapponese.
Colautti, si è recato in visita ieri a Foligno presso la società di calcio giovanile “Nuova Fulginium” e, accolto dal direttore sportivo folignate, Pino Feliciotti, ci racconta la sua esperienza sulla panchina della squadra nipponica.
Attualmente si trova in Italia per visionare i talenti giapponesi impegnati in varie squadre europee, fra i quali 14 sono in Nazionale ma non si esclude che in questa sua permanenza non abbia modo di osservare qualche giovane talento locale.
Colautti parla di come lo staff tecnico di Alberto Zaccheroni riesce a rapportarsi con un calcio del tutto diverso e che vuole crescere in termini di qualità tecnica e tattica, un calcio quello giapponese a tratti più umano, non esasperato e con dei compensi sicuramente più “terrestri” dove l’approccio alla disciplina dei giovani atleti nipponici sembra essere molto importante.
Numerosi e di prestigio sono stati i risultati ottenuti dallo staff tecnico che vede Colautti impegnato in prima linea: una prodezza fra tante è stata la prima storica vittoria del Giappone contro l’Argentina, un’amichevole giocata l’8 ottobre 2010, data di debutto dello staff tecnico Italiano.
Colautti, molto interessato al settore giovanile in generale, è legato da una sincera amicizia al direttore sportivo della Nuova Fulginium il quale trova utile un confronto anche con realtà così lontane soprattutto se utili per apportare stimoli positivi come quelli dell’esperienza di Colautti. Di fatto lo stesso Feliciotti ci spiega come il lavoro di gestione di 300 giovani e giovanissimi, alcuni dei quali talentuosi, sia un vero e proprio impegno sociale che impone una grande attenzione riguardo le responsabilità educative.
E’ di gennaio infatti l’importante iniziativa promossa dalla Nuova Fulginium che ha coinvolto 36 squadre giovanili provenienti da Umbria Marche, Toscana e Lazio e che ha permesso L’adozione a distanza (già la seconda) di un bambino delle filippine John Ashley.
Il messaggio di questa azione, dice Feliciotti, deve arrivare nei cuori dei ragazzi della sua squadra, gli stessi ragazzi che si avvicinano ogni giorno al mondo del calcio e che dal mondo del calcio debbono poter avere messaggi positivi come questo.
fr.casini
