Sabato 2 marzo e domenica 3 marzo proiezione in anteprima alla sala dei Notari di Palazzo dei Priori delle prime due puntate della nuova fiction Rai “Il nome della rosa”, tratta dall’omonimo romanzo di Umberto Eco, girata anche a Perugia. Ra1 propone la serie in prima visione da lunedì 4 marzo in prima serata. Otto episodi da cinquanta minuti l’uno suddivisi in quattro serate. A Perugia le due puntate sin anteprima saranno proiettate in sequenza in entrambe le serate con inizio alla ore 20.30. L’orario di ingresso è entro le 20.15. L’ingresso è libero e fino ad esaurimento dei posti disponibili.
Annunciando l’iniziativa, il vice sindaco Urbano Barelli ha parlato di evento di portata internazionale che proietta Perugia nella sua giusta dimensione, ossia di città con forte vocazione europea e mondiale. Il vice sindaco ha sottolineato come “Il nome della rosa” evochi un successo senza precedenti soprattutto con riferimento al romanzo di Umberto Eco e sia, dunque, garanzia di assoluta qualità e importanza del prodotto.
Il direttore Rai Sede regionale Toscana e Umbria, Andrea Jengo, ha fornito i numeri dell’operazione: la serie è costata 26 milioni di euro ed è già stata venduta in 139 paesi nel mondo, più di tremila le comparse. Per la prima volta dopo tanti anni una serie italiana è stata acquistata anche dalla BBC che la trasmetterà in prima serata.
Il direttore ha tenuto a sottolineare che l’evocazione che le fiction televisive sono in grado di dare ai luoghi in cui sono girate le scene è determinante e può essere attrattiva dal punto di vista turistico. Ciò è già avvenuto in Umbria, a Gubbio e Spoleto, per Don Matteo; l’auspicio è che lo stesso possa accadere in relazione a “Il nome della rosa”. Jengo ha riferito che questo progetto ha richiesto un grande impegno ma rappresenta già un successo ed ha già fatto registrare recensioni positive.
L’assessore alla cultura Teresa Severini ha inteso ringraziare la Rai per la grande opportunità offerta alla città che è un autentico palcoscenico naturale ed ideale per eventi di questo genere. E’ il segno che Perugia e l’Umbria tutta hanno tanto da offrire anche dal punto di vista cinematografico. L’assessore ha confermato che per la città il cosiddetto “cine-turismo” è fondamentale: pertanto poter trasmettere le immagini di Perugia all’interno di una serie di successo rappresenta un’occasione unica.
Al di là del cast stellare de “Il nome della rosa”, Severini ha ricordato che le registrazioni hanno coinvolto tantissimi cittadini, oltre 150, tra cui Leonardo Cenci, da poco scomparso e che gli attori hanno espresso parole di grande elogio per l’accoglienza ricevuta, a conferma della vocazione internazionale di Perugia.
A concludere l’incontro con la stampa è stato il sindaco Andrea Romizi che, in avvio, ha voluto ricordare come negli ultimi anni Perugia sia tornata ad essere palcoscenico per molte produzioni cinematografiche e televisive “poderose”. Ciò fa ben sperare ed induce l’Amministrazione a lavorare ancora su questo versante così tanto attrattivo per il turismo. Il sindaco ha espresso soddisfazione per la collaborazione in atto da tempo con Rai fiction che ha il merito di valorizzare la storia e l’identità della città.
Accanto a John Turturro, Rupert Everett, Damian Hardung, fanno parte del cast anche Michael Emerson ($aw L’enigmista, Lost), James Cosmo (Braveheart), Sebastian Koch (Le vite degli altri), Richard Sammel (Bastardi senza gloria, The Strain) e gli italiani Fabrizio Bentivoglio,Greta Scarano, Stefano Fresi, Roberto Herliztka, Alessio Bonì.
La serie è una coproduzione 11 Marzo Film, Palomar in collaborazione con Rai Fiction e con Tele Mùnchen Group. Prodotta da Matteo Levi, Carlo Degli Esposti e Nicola Serra, è diretta da Giacomo Battiato con la sceneggiatura scritta da Andrea Porporati e Nigel Williams.
Ci sono volute diciotto settimane di lavorazione e un set principale negli studi di Cinecittà, a Roma, dove sono stati ricostruiti gli interni e gli esterni dell’Abbazia. Esterni nei dintorni di Roma, a Monte Gelato e Monte Tuscolo, poi a Vulci, a Montelabbate e in Umbria. A Perugia, è stato invece inscenato il rogo di Pietro da Todi. Molta attenzione è stata posta a rumori, suoni e colori “autentici”, che aiutassero a ricreare l’atmosfera: dai cori gregoriani al calpestio dei sandali dei monaci, fino al canto degli uccelli e ai cieli plumbei e minacciosi.