Il nipote gli dà una bastonata in testa e viene denunciato. Personale della polizia di Stato di Perugia è intervenuto alle porte del centro del capoluogo umbro a seguito di richiesta pervenuta alla Sala Operativa della Questura, in quanto un uomo con una ferita alla testa chiedeva aiuto. Una volta giunti sul posto gli agenti sono stati avvicinati da un cittadino il quale riferiva loro che, durante una passeggiata col proprio cane vedeva avvicinarsi un soggetto con una ferita sanguinante alla testa il quale chiedeva aiuto pregandolo di chiamare i soccorsi. Gli agenti della Squadra Volante una volta presi contatti con l’uomo lo identificavano come un cittadino straniero di origini turche, classe 1963, il quale, durante la ricostruzione dei fatti, riferiva loro di essere stato colpito alla testa con una bastonata, senza un apparente motivo, dal proprio nipote con il quale convive, il quale gli provocava una ferita.
Dopo essere scappato dall’appartamento l’uomo chiedeva aiuto per poi essere trasportato presso l’Ospedale Santa Maria della Misericordia per essere sottoposto alle cure del caso. La vittima, una volta uscito dall’ospedale, procedeva a presentare formale denuncia/querela a carico del suo aggressore.
Terminati tutti gli accertamenti di rito, gli agenti della Squadra Volante hanno provveduto a deferire all’Autorità Giudiziaria l’aggressore, un cittadino straniero di origini turche, classe 2002, per il reato di lesioni personali.
L’accaduto è stato inserito nella piattaforma “S.C.U.D.O.”, l’applicativo interforze realizzato del Ministero dell’Interno, nato da uno specifico progetto elaborato dalla Direzione Centrale Anticrimine, che consente non solo di archiviare i dati che emergono dai vari interventi ma anche di monitorare in tempo reale le dinamiche dei fenomeni di violenza. Gli interventi inseriti in SCUDO riguardano sia gli episodi rientranti nel così detto CODICE ROSSO, connessi alla violenza di genere, sia gli episodi che – seppur non caratterizzati da particolari gravità o aggressività – come le liti verbali, attraverso una condotta abituale potrebbero assumere profili di gravità degenerando in atti persecutori o maltrattamenti contro familiare o convivente.