Riconoscimento di grande onore per il Comune di Deruta e il suo Museo Regionale della Ceramica, che è stato selezionato fra i sette musei a livello nazionale per l’assegnazione del Premio Riccardo Francovich 2020.
Giunto all’ottava edizione, il Premio è stato istituito nel 2013 dalla Società degli Archeologi Medievisti Italiani (SAMI) ed intitolato alla memoria del professor Riccardo Francovich. Viene conferito ogni anno al museo o parco archeologico italiano che, a giudizio dei propri soci e dei cittadini partecipanti alla votazione, rappresenta la migliore sintesi fra rigore dei contenuti scientifici ed efficacia nella comunicazione degli stessi verso il pubblico dei non specialisti.
La Commissione Giudicatrice, ha selezionato, insieme al Museo Regionale della Ceramica di Deruta: il Sito archeologico di Kaukana a Ragusa, il Mercato delle Gaite di Bevagna, il Museo Archeologico Nazionale di Cividale del Friule di Udine, il Museo e Complesso Monumentale di Torcello a Venezia, il Complesso archeologico di Sant’Eulalia a Cagliari e il Museo dell’Alto Medioevo di Ascoli Piceno.
Sono disponibili due distinte votazioni, una riservata ai soci SAMI ed una aperta a chiunque voglia esprimere la propria preferenza. Le votazioni sono aperte fino al 31 gennaio 2020 e si possono effettuare online nel sito web del premio, al seguente link: http://archeologiamedievale.unisi.it/sami/premio-riccardo-francovich-2020.
È possibile votare una sola volta (fornendo un massimo di 2 preferenze).
La Commissione Giudicatrice, presieduta da Paul Arthur (Presidente SAMI; Professore di Archeologia medievale, Univ. Salento), è composta da Eva degl’Innocenti (Direttrice, Museo Archeologico Nazionale di Taranto), Francesca Morandini (Musei Civici d’Arte e Storia di Brescia), Fabio Pagano (Direzione Generale Musei, MIBAC), Piero Pruneti (Direttore di Archeologia Viva), Giuliano Volpe (Professore di Archeologia medievale, Univ. Foggia), Anna Maria Visser (Professore di Museologia, Univ. Ferrara).
Con oltre 6000 opere, il Museo di Deruta è il più antico museo italiano per la ceramica. Fu istituito nel 1898 ed è ospitato nel trecentesco complesso conventuale di San Francesco. Dal piano terra ai due piani superiori si snoda l’affascinante mondo della ceramica. Il percorso del museo è introdotto da una sala didattica che presta particolare attenzione alle tecniche di lavorazione e al materiale archeologico proveniente da scavi locali.
A raccontare l’arte ceramica sono alcune aree tematiche, come la ricostruzione di un’antica spezieria, collezioni presentate integralmente, la sezione dei pavimenti in maiolica, della ceramica a lustro e quella delle targhe votive. La sezione contemporanea è costituita principalmente da opere provenienti dal Multiplo d’Artista in Maiolica e dal Premio Deruta; la sezione archeologica offre, invece, un significativo panorama dei principali tipi di vasellame prodotti in epoca antica e riunisce oggetti di ceramica greca, italiota, etrusca e romana.
A stupire i visitatori è senza dubbio l’imponente torre metallica di quattro piani comunicante su tutti i livelli, dove sono conservati i depositi. Colma di oltre 4500 opere conservate in scaffali vetrati, è accessibile sempre al pubblico e attrezzata per attività di studio, didattiche e di laboratorio. Nel deposito sono presenti anche apparati multimediali che consentono al visitatore un approfondimento su diversi aspetti delle opere della sezione, tra cui le biografie dei principali artisti e la consultazione di bozzetti e progetti degli anni Trenta e Quaranta del Novecento realizzati dagli artisti (Strada, Fantoni, Bonazzi, Pascucci, Aretini, Loy, Ciuti, Giuntini, ecc.) e finalizzati alla produzione delle opere del CIMA (Consorzio Italiano Maioliche Artistiche).
Il percorso di visita comprende anche l’area archeologica delle fornaci di San Salvatore, collegata al Museo della Ceramica attraverso un tunnel sotterraneo. È stata rinvenuta nel 2008 durante i lavori per la realizzazione di un parcheggio pubblico nel centro storico, a ridosso delle mura castellane, dove era ubicata, fino agli inizi del XX secolo, la chiesa di San Salvatore. L’indagine archeologica, conclusasi nel 2010, ha messo in luce una sequenza di strutture databili tra la fine del Duecento e gli inizi del Settecento ed ha consentito il recupero di un numero consistente di reperti ceramici del genere della maiolica, della ceramica ingobbiata e graffita e delle terrecotte invetriate. Nella zona nord dell’area è visibile un tratto delle mura medievali della fine del Duecento; sul lato interno è stato rinvenuto un ambiente in mattoni, costruito tra la fine del Duecento e gli inizi del Trecento, in origine probabilmente un deposito di argilla e metalli grezzi e successivamente utilizzato come “butto”. A ridosso delle mura attuali sono state rinvenute due fornaci con prefurnium ben conservato, databili tra la fine del XIV e la prima metà del XV secolo.
L’impianto produttivo principale, attivo tra la seconda metà del XV e gli inizi del XVIII secolo, è costituito da vari ambienti collegati tra loro, con al centro due fornaci, una vasca per la decantazione dell’argilla e i resti di un forno fusorio. La più piccola delle due fornaci, di forma quadrata, è posizionata ad una quota più alta rispetto alla fornace principale (di forma circolare) ed è, con ogni probabilità, la fornace per la produzione della ceramica a lustro. Info museo: www.museoceramicadideruta.it