Il monitoraggio sulle ali: "Ecco perché da noi la beccaccia è in salute"

Il monitoraggio sulle ali: “Ecco perché da noi la beccaccia è in salute”

Massimo Sbardella

Il monitoraggio sulle ali: “Ecco perché da noi la beccaccia è in salute”

Mar, 20/09/2022 - 08:48

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Lo studio: il 70% sono esemplari giovani | L'equivoco sulla migrazione primaverile prenunziale

“La beccaccia è in buona salute e la caccia, da non confondere con il bracconaggio, non intacca il capitale beccaccia, ma preleva una piccola parte d’interessi”. Nelle ore in cui i Tar stanno valutando la legittimità dei Calendari venatori sulla base dei ricorsi presentati dagli ambientalisti, Tito Mariotti, cacciatore di beccacce e appassionato di ricerca su tale specie, parla del monitoraggio permanente a cui è sottoposta la beccaccia scolopax rusticola all’interno del Paleartico Occidentale.

“Molte – spiega – sono le istituzioni, pubbliche e private, che partecipano alla gestione internazionale della specie. Riporto molto brevemente alcuni studi su un decennio di osservazioni 2010-2019 dal titolo ‘La struttura demografica della beccaccia’ pubblicato dalla ‘Società Toscana di Scienze Naturali residente in Pisa’ riconosciuta a livello internazionale. Da tale pubblicazione scientifica risulta la lettura di oltre 35.000 (trentacinquemila) ali; da cui si evince che il 70% in tutti questi anni di studi sono beccacce giovani”. Insomma, la beccaccia, in base a questi dati, è in salute.

“Istituzioni come WETLANDS INTERNATIONAL – prosegue Mariotti – non considerano la beccaccia in stato di conservazione sfavorevole. Nella sua terza edizione di WATERBIRDS POPULATION ESTIMATES (WEP 3) P164, la beccaccia non è classificata in stato di classificazione sfavorevole (Simon Delany). Yves Ferrand e Francois Gossmann (i due ricercatori più importanti in Europa) confermano lo stato di conservazione favorevole, anche se esistono fluttuazioni inter-annuali”. 

“Per quanto riguarda la migrazione primaverile “prenunziale”, anche da dati Ispra di Castel Porziano e soprattutto dalla telemetria applicata ad alcuni soggetti – chiarisce – quelli che credevano migrazione primaverile “in gennaio” sono spostamenti erratici. Dal monitoraggio primaverile fatto e documentato in molte regioni italiane, l’Umbria non fa eccezione, in quanto presso gli uffici dell’osservatorio faunistico regionale sono disponibili dati sulla lettura ali e sul monitoraggio primaverile negli ultimi 10 anni. Se verificaste questi dati noterete che il movimento migratorio primaverile prenunziale della beccaccia inizia la seconda e terza decade di febbraio, con picchi massimi nella seconda decade di marzo, quando termina il ns regionale monitoraggio”.

In altre regioni, dove continua fino alla fine di marzo, si può notare un flusso continuo ed abbondante di ripasso. 

“Quanto sopra – conclude Tito Mariotti – ci conforta e ci concede di poter cacciare la nostra amata regina anche in gennaio. Da non dimenticare, come già scritto sul Calendario venatorio, che la caccia alla beccaccia può essere chiusa in caso di forti ondate di gelo”.

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