L’accordo raggiunto la sera del 6 aprile tra Governo e Regioni sulle modalità di accoglienza di profughi o cittadini con permesso di soggiorno temporaneo non è in discussione e, dunque, anche in Umbria si procederà nell’attuazione di un programma di accoglienza con le modalità decise di comune accordo tra Regione Umbria, Provincie e Comuni e Caritas regionale. E’ quanto ha assicurato il Ministro degli Interni, Roberto Maroni, alla presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, nel corso di un colloquio telefonico. La presidente ha esposto al Ministro il modello di accoglienza che si intende realizzare in Umbria e che – come stabilisce lo stesso accordo di Palazzo Chigi – prevede una dislocazione dei migranti che saranno assegnati all’Umbria, diffusa su tutto il territorio regionale ed in piccoli nuclei. In questo modo si potrà garantire una accoglienza adeguata, in condizioni di massima sicurezza.
Il Ministro Maroni ha preso atto delle comunicazioni della presidente Marini, ed ha assicurato che il Governo intende procedere nel rispetto dell’accordo, collaborando con le Regioni e le autonomie locali nella gestione dell’accoglienza dei profughi e che non si procederà nella realizzazione di alcun “campo” presso il sito delle “ex Casermette” di Scanzano.
Al Ministro la presidente Marini ha comunicato altresì di aver già inviato alle Prefetture l’elenco dei siti individuati in Umbria, dopo il lavoro svolto dalla stessa Regione insieme ai rappresentanti di Provincie, Comuni e Caritas regionale. Si tratta di luoghi che già sono utilizzati per l’accoglienza e idonei a garantire assistenza umanitaria in ottime condizioni igienico sanitarie e di assoluta sicurezza.
“Devo dare atto al Ministro Maroni – ha affermato la presidente Marini – di essersi rapportato con me, soprattutto per questa specifica vicenda, con uno spirito di leale e costruttiva collaborazione istituzionale. Inoltre voglio pubblicamente ringraziare la Conferenza Episcopale Umbra che, attraverso la Caritas regionale, ha offerto un’importante collaborazione nella definizione del programma di accoglienza nel suo complesso, mettendo a disposizione la rete di volontariato della Caritas, che ci consentirà di offrire assistenza ai migranti che verranno nella nostra regione, nelle modalità che abbiamo definito insieme, e degne della civiltà delle nostre comunità”.
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