«Il mio pensiero solidale e preoccupato si dirige in modo particolare a quelle famiglie che oggi celebrano il Natale con sofferenza e trepidazione: il posto di lavoro perduto o a rischio, lo stipendio mensile che non arriva, nuovi e pesanti sacrifici economici da affrontare, un futuro che si delinea incerto e minacciato». È un passaggio dell’omelia che l’Arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, ha pronunciato nel giorno di Natale dal pulpito della Cattedrale spoletina.
Il Presule ha condiviso con i presenti come dall’intimo del cuore dell’uomo non vengono più voci confortanti: «Troppo spesso – ha detto – portiamo dentro di noi un fardello di amarezze che ci rende stanchi e delusi. Ci affligge la fatica del vivere, la paura del futuro, la mancanza di motivazioni forti e di prospettiva e si spegne la speranza. Assorbiti dall’ingranaggio del produttivismo e del consumismo, avvertiamo l’insoddisfazione propria di chi non si prospetta più nessun ideale. Siamo frustrati talvolta dai cambiamenti troppo rapidi e disorientanti, talvolta invece da un immobilismo delle ingiustizie che ci impedisce di pensare che le cose possano migliorare». Guardare in faccia questa realtà non vuole dire necessariamente rovinare la serenità natalizia. «La gioia esiste – ha affermato mons. Boccardo – e, ci ha detto l’angelo, è alla portata di tutti: “Vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo” (Lc 2, 10). La gioia esiste ed è offerta a chiunque la cerca con cuore sincero. La gioia esiste, e ce l’ha recata dal cielo il Figlio eterno di Dio. Questa è la sostanziale “verità” del Natale».
La Chiesa nel celebrare la nascita di Gesù ricorda a tutti gli uomini e a tutte le donne che è possibile cambiare la vita. Il Natale, infatti, non è solo commemorare un evento del passato carico di commozione e di tenerezza suscitati dal Bambino. «Noi viviamo il Natale – ha detto l’Arcivescovo – se ci lasciamo coinvolgere dall’annuncio di Betlemme a livello personale, sociale, religioso. Personale, vivendo la vita con sobrietà, ridimensionando i nostri desideri di avere e di soddisfare il nostro egoismo; a livello sociale, ricercando la giustizia nei rapporti con gli altri e preoccupandoci del loro bene; a livello religioso, dando lode e gloria a Dio e servendolo in umiltà e letizia. Solo così il nostro Natale sarà veramente “buono”».
Nella Messa della notte di Natale, celebrata sempre in Duomo, mons. Boccardo ha invitato i presenti a cercare Gesù così come fecero i pastori e i magi: cercarlo con fede semplice e generoso spirito di solidarietà presso coloro con i quali egli si è messo. Andiamo verso gli umili, perché più non siano umiliati. Andiamo verso coloro che soffrono per la giustizia, così da contribuire per quel che possiamo a che un po' di giustizia sia fatta. «Andiamo verso i malati e gli infelici – ha detto il Presule – perché si sentano un po' meno abbandonati. In questo momento particolare, non manchino la solidarietà e la condivisione con quanti, singoli e famiglie, devono affrontare il peso della crisi e guardano con incertezza e preoccupazione al presente e al futuro».
Il messaggio di Natale di Mons. Boccardo, “La 'verità' sostanziale del Natale è che la gioia esiste ed è offerta a chiunque la cerca”
Dom, 25/12/2011 - 18:34