Marsciano – Ci sono storie che valgono più di mille medaglie. Una di queste è quella di Andrea Materni, il marscianese selezionato tra i 10.001 tedofori incaricati di portare la Fiamma Olimpica e Paralimpica verso i Giochi Invernali di Milano Cortina 2026. Una scelta che per lui non rappresenta soltanto un onore, ma un vero simbolo di rinascita personale.
Materni ricorda ancora con voce rotta l’istante in cui tutto è iniziato: «Un giorno mi trovavo su un letto di ospedale e mi è arrivata una email che diceva: “Vuoi partecipare come tedoforo? Candidati.”
Nonostante le difficoltà del momento, decise di provarci: «L’ho fatto… e dopo il periodo più brutto della mia vita è arrivata la convocazione ufficiale.»
Un annuncio inatteso che ha aperto uno spiraglio di luce: «Non ci credevo, mi sono subito commosso. Mi chiedevo: sarò in grado? Oggi posso dire che è arrivato il momento della mia rinascita. Grazie.»
Le sue parole raccontano con semplicità la forza di chi, dopo aver affrontato prove durissime, trova nel gesto simbolico del portare la torcia un’occasione per tornare a camminare con una nuova consapevolezza.
Il presidente della Fondazione Milano Cortina 2026, Giovanni Malagò, in un messaggio rivolto ai tedofori, ha ricordato che portare la Fiamma non è un atto formale, ma un simbolo che rappresenta valori universali: passione, inclusione, amicizia, rispetto. Proprio quei valori che la storia di Materni incarna in modo autentico.
La comunità marscianese segue con affetto il percorso di Andrea, considerandolo un esempio di coraggio e determinazione. Il suo passaggio con la Fiamma sarà uno dei momenti più significativi della tappa umbra, capace di ispirare soprattutto i più giovani.