A Città di Castello l’autonomia e l’indipendenza delle persone down è una realtà. Alla Casa Verde di via Martiri della Libertà da 10 anni si sperimenta un percorso unico in Umbria che, grazie all’impegno della sezione di Perugia dell’Aipd (Associazione Italiana Persone Down) e al Gruppo tifernate ‘Stefano Bianconi’, oggi coinvolge 25 tra bambini, ragazzi e adulti provenienti da tutto il territorio regionale. Con una lista di attesa di circa 100 persone.
“Una bella idea e una grande intuizione, il cui successo, al di là del supporto dell’amministrazione comunale, è dovuto ai volontari che quotidianamente si impegnano e rendono viva e vitale questa esperienza, segnale di grandissima civiltà”, ha sottolineato il sindaco Luciano Bacchetta durante la visita nei giorni scorsi, nella quale ha incontrato i protagonisti dell’esperienza insieme all’assessore al Sociale Luciana Bassini e ha approfondito con loro la conoscenza delle caratteristiche del progetto.
Una intera mattinata trascorsa condividendo con le persone down presenti il momento della colazione, tra conversazioni amabili e divertenti, insieme al presidente Aipd Ferdinando Valloni, alla responsabile del Gruppo ‘Stefano Bianconi’ Tiziana Pescari, ai genitori e agli operatori del servizio.
Con il supporto di 14 giovani volontari, il laboratorio abitativo è partito nel 2008 all’interno dell’appartamento messo a disposizione a titolo gratuito dal Comune, e ha l’obiettivo di sviluppare nelle persone down partecipanti un grado di autonomia tale da permettere loro una piena integrazione nella società e la possibilità di condurre un’esistenza autosufficiente, anche quando i genitori non saranno più con loro. In modo da poter restare tra le mura domestiche dove sono nati e cresciuti, anziché essere costretti a trasferirsi in una casa famiglia o in un istituto di assistenza.
A turno, i protagonisti del laboratorio trascorrono nell’appartamento un intero fine settimana nel quale imparano a provvedere a tutte le esigenze della gestione di una casa, dal cucinare al fare la spesa. I volontari che li seguono, sotto il coordinamento di una equipe guidata da una psicologa, li aiutano con discrezione a sviluppare la propria indipendenza nella gestione dei vari momenti della giornata. Tre di loro sono protagonisti del progetto “chiavi in tasca”, la fase più avanzata del percorso di autonomia, nella quale vivono da soli all’interno dell’appartamento durante i week-end, con il personale addetto che, senza preavviso e per brevi momenti, li raggiunge unicamente per verificare che tutto proceda senza problemi. Tre sono, invece, i bambini che hanno iniziato a fare esperienza nell’abitazione attraverso percorsi personalizzati e tarati sulla loro età.
“Questa è una esperienza di straordinario valore sociale, che è possibile a Città di Castello grazie ad un volontariato numeroso e assiduo, che si fa carico dell’integrazione delle persone down, finalizzata a farne delle risorse e dei cittadini perfettamente in grado di condividere relazioni, esercitare diritti e assolvere a doveri”, ha commentato l’assessore Bassini. “Qui stiamo cercando sognare in grande, ovvero di dare contenuto e concretezza all’espressione ‘dopo di noi’, una fase della vita senza i genitori alla quale è doveroso preparare i nostri figli, perché siano in grado di gestire se stessi e la propria quotidianità senza l’aiuto di nessuno”, ha spiegato Pescari. “Con l’esperienza del laboratorio abitativo – ha puntualizzato Valloni – l’esigenza che ogni genitore avverte alla nascita di un figlio down trova una risposta capace di soddisfare il bisogno di autonomia delle persone affette da questa sindrome, ma anche di rappresentare un beneficio per la società”.