Il Coronavirus rovina pure gli affari delle prostitute. Il decreto con cui il Governo vieta su tutto il territorio nazionale gli spostamenti non indispensabili tiene lontani i potenziali clienti dalle tradizionali strade del sesso mercenario perugino. Perché la visita alla prostituta in strada, evidentemente, non rientra tra le tre condizioni di necessità in cui, in questo periodo, è lecito uscire di casa.
Nonostante questo, nella prima sera del divieto, anche tra le prostitute c’è chi ha provato comunque a tenere aperta la propria “attività“.
Nella zona di Pian di Massiano, dove si offrono le ragazze di origine africana, ce n’erano tre ad attendere, invano, i potenziali clienti. Due all’ingresso del PalaBarton ed una di fronte al leghetto.
Più audaci le ragazze dell’est Europa che stanziano lungo la strada Trasimeno Ovest, tra Perugia e Corciano. In tutto, martedì sera, se ne contavano sei: due alla fermata del bus, tre vicino all’area di uno dei distributori. Poi una, solitaria, ferma allo svincolo da cui si accede alla nuova area commerciale. A differenza delle colleghe non ha rinunciato ad indossare i soliti abiti succinti “da lavoro”.
Nonostante lo sforzo, ben pochi, a quanto pare, gli affari. Anche perché, oltre ai verbali per le violazioni delle ordinanze emesse dai sindaci, si rischia una denuncia penale per non aver rispettato i divieti imposti dal decreto. E soprattutto, clienti e prostitute, rischiano di trasmettersi il contagio da Coronavirus qualora uno dei due risultasse infetto, anche senza sintomi.