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Il consiglio comunale di Città di Castello dice “si’” alla campagna “Banning poverty 2018”

E’ stato approvato con 14 voti a favore e 6 contrari (centrodestra) l’ordine del giorno presentato dai consiglieri Roberto Colombo (Idv), Jonathan Gatticchi (Pd), Alessandro Alunno (Sinistra per Castello) e Christian Draganti (Patto per Castello) sull’adesione alla campagna mondiale “Banning poverty 2018. Dichiariamo illegale la povertà” a cui anche “Altrocioccolato” ha deciso di dare il proprio assenso, mettendola al centro dell’edizione 2013. Così facendo, il consiglio comunale tifernate è diventato il terzo in Italia a sposare la causa dell’iniziativa: quest’ultima, nata nell’ambito delle attività dell’associazione ‘Monastero del Bene Comune’ di Verona, è stata promossa da 30 realtà tra associazioni, riviste e singole personalità della società civile italiana e della chiesa e punta a fare in modo che l’Assemblea generale dell’Onu emani una risoluzione per il 2018 (70° anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani) che dichiari ‘illegali’ le pratiche sociali e culturali, le istituzioni e le leggi che generano e alimentano meccanismi di impoverimento e di esclusione a livello locale e globale.
La campagna si basa sui ‘12 principi dell’illegalità della povertà’ nei quali si afferma, in sintesi, che poveri non si nasce ma si diventa: “la povertà è una costruzione sociale”, ossia nasce all’interno di regole del gioco squilibrate, in contesti dove la disuguaglianza diventa un dato acquisito e parte strutturale delle stesse istituzioni che garantiscono diritti ineguali ai diversi gruppi sociali. L’iniziativa, cui anche Altrocioccolato ha deciso di aderire, è stata oggetto di un convegno, organizzato proprio a Città di Castello in occasione della kermesse di Umbria Equosolidale, cui ha preso parte Riccardo Petrella, docente della Libera Università di Bruxelles e tra i fondatori della campagna.
Anche il sindaco tifernate, Luciano Bacchetta, intervenendo durante la seduta del consiglio comunale di lunedì 21 ottobre, si è schierato a supporto dell’iniziativa, decidendo di sostenere l’ordine del giorno “perché obiettivi quali la riduzione dell’impoverimento e la lotta alla disuguaglianza sociale ed economica non possono che essere condivisi universalmente. Il messaggio che arriva da questa campagna, e che è stato poi anche al centro dell’edizione di Altrocioccolato, – ha concluso il primo cittadino – è che bisogna attivarsi per fare in modo che questo mondo diventi più equo e giusto per tutti, specie per quelli che oggi sono considerati i più deboli”.

Ecco i 12 dodici principi dell’illegalità della povertà:
1) Nessuno nasce povero, né sceglie di essere povero
2) Poveri si diventa. La povertà è una costruzione sociale
3) Non è sola la società povera che “produce” povertà
4) L’esclusione produce l’impoverimento
5) In quanto strutturale, l’impoverimento è collettivo
6) L’impoverimento è figlio di una società che non crede nei diritti alla vita e alla cittadinanza per tutti, né nella responsabilità politica collettiva per garantire tali diritti a tutti gli abitanti della Terra
7) I processi d’impoverimento avvengono in società ingiuste
8) La lotta contro la povertà (l’impoverimento) è anzitutto la lotta contro la ricchezza inuguale, ingiusta e predatrice (l’arricchimento)
9) Il “pianeta degli impoveriti” è diventato sempre più popoloso a seguito dell’erosione e della mercificazione dei beni comuni, perpetrata a partire dagli anni Settanta.
10) Le politiche di riduzione e di eliminazione della povertà perseguite negli ultimi 40 anni sono fallite perché hanno combattuto i sintomi (misure curative) e non le cause (misure risolutive).
11) La povertà è oggi una delle forme più avanzate di schiavitù, perché basata su un “furto di umanità e di futuro”.
12) Per liberare la società dall’impoverimento bisogna mettere “fuorilegge” le leggi, le istituzioni e le pratiche sociali collettive che generano ed alimentano i processi d’impoverimento.