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IL CONSIGLIERE REGIONALE FRANCO ZAFFINI INCONTRERA' IL PROVVEDITORE DELL'AMMINISTRAZIONE PENITENZIARIA

“I trecento nuovi detenuti, in arrivo presso il carcere di Spoleto, preannunciati al sottoscritto da autorevole fonte interna alla casa di pena, rappresentano il rischio concreto di un collasso della struttura detentiva, sia per il sovraffollamento, ma soprattutto per la difficile gestione da parte degli operatori che non avranno incremento d'organico e saranno sottoposti a turni di lavoro ancor più pesanti di quelli che già adesso svolgono”. Esprime tutta la sua preoccupazione il capogruppo regionale An – Pdl, Franco Zaffini che a tale riguardo, dopo aver visitato i penitenziari di Capanne, Terni e Spoleto, incontrerà domani il provveditore regionale dell'amministrazione penitenziaria, dott.sa Ilse Rusteni.

“I trecento detenuti comuni in arrivo a Spoleto sono l'evidente dimostrazione di una situazione d'emergenza diffusa nelle strutture di tutta la penisola, frutto del fallimento completo dell'indulto- afferma Zaffini- e con questa consapevolezza è necessario e urgente provvedere ad un adeguamento d'organico da parte di chi ha competenza per farlo. In primo luogo, però, – prosegue- occorre che ognuno faccia la sua parte e che quindi la Regione, da un lato, mantenga gli impegni nei confronti del Ministero di Grazia e Giustizia, prendendo in carico la gestione sanitaria delle carceri, dal'altro si metta a disposizione dell'amministrazione penitenziaria, costituendo un tavolo di confronto per individuare percorsi utili ad agevolare al massimo le condizioni di lavoro degli operatori di polizia penitenziaria. Il silenzio dietro cui si è trincerato l'esecutivo umbro – incalza Zaffini- che resta a guardare, senza colpo ferire, davanti all'attuale stato di problematicità delle carceri, rivela uno sconcertante disinteressamento”.

“In merito alle vicende di ieri – precisa, inoltre il consigliere- che hanno portato alla luce l'ipotesi di un sistema di corruzione all'interno del carcere di Spoleto per il rilascio di certificati medici alterati, esprimo profonda ammirazione per l'encomiabile lavoro investigativo della Polizia penitenziaria, che attraverso intercettazioni e indagini è riuscita a svelare un intreccio particolarmente pericoloso, visto che Spoleto ospita anche detenuti in regime di detenzione aggravata. Davanti ad un'emergenza come questa – chiosa- no vale il solito ‘scarica barile istituzionale, certamente l'amministrazione penitenziaria e il governo debbono fare la loro parte, così come la Regione dell'Umbria e gli enti locali interessati debbono fare la loro”.