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Il Comune non paga lavori piazza Urbani, rischio pignoramento stipendi

Non c’è pace per piazza Carlo Urbani. L’opera inaugurata nel 2010 dal comune di Scheggino rischia di tramutarsi in uno scivolone per il sindaco Carlo Valentini raggiunto la scorsa settimana da un decreto ingiuntivo presentato dalla ditta che realizzò i lavori e che attende di essere ancora saldata. Un ‘buco’ di quasi 130mila euro che le casse del piccolo comune non sono in grado di sostenere. L’infrastruttura, come si ricorderà, è costata ai cittadini più di mezzo milione di euro, il doppio rispetto a quanto preventivato: una spesa sulla quale la minoranza, pur apprezzando la qualità estetica dell’intervento, ha sempre dato battaglia (inviando anche un esposto alla procura regione della Corte dei Conti). La metà dell’opera venne finanziata dalla Regione dell’Umbria, il resto (260mila euro) doveva essere coperto con l’accensione di un mutuo alla Cassa Deposito e prestiti (130mila) e dalla vendita di un appartamento di proprietà comunale (120mila). Nonostante numerosi incanti, l’immobile è rimasto invenduto e la ditta appaltatrice ha cominciato a mettere le mani avanti. Così lo spettro di un decreto ingiuntivo, che Tuttoggi.info aveva preannunciato lo scorso mese di agosto (clicca qui), si è alla fine materializzato creando non poche preoccupazioni ai dipendenti comunali che temono ora il pignoramento della tesoreria municipale, ovvero anche dei loro stipendi. Andato a vuoto il tentativo di parlare con il primo cittadino, è il sempre dinamico assessore Eresia a confermare la notizia: “siamo molto preoccupati per questa vicenda – dice al cellulare – nella quale ci siamo avviluppati anche per inesperienza”. Eresia non nasconde le responsabilità del sindaco: “è un intransigente, avremmo dovuto convocare la ditta, aprire un dialogo per prendere tempo visto l’esito negativo dell’incanto, invece lui va al muro contro muro che non produce nulla….questo c’abbiamo e questo dobbiamo tenerci” commenta sconsolato. Non è il solo a fare considerazioni simili, tanto che in paese si registra una sempre maggiore spaccatura fra il primo cittadino e il resto della squadra.
Eresia condivide le preoccupazioni dei propri dipendenti: “abbiamo tutti una casa e una famiglia da mantenere, questo decreto è una vera spada di damocle. In settimana cercheremo di trovare una soluzione ma la vedo difficile”. Possibilità di accendere un mutuo con una banca non ce ne sono, e sarebbe troppo lungo e rischioso tentare di vendere altri beni immobili. Qualcosa entrerà dall’Imu ma è probabile che non sarà sufficiente per liquidare la controparte.
E’ probabile comunque che il municipio impugnerà il decreto ingiuntivo (ha 40 giorni di tempo dalla notifica), così da allungare il brodo e ricercare risorse. C’è poi da considerare che i pignoramenti nei confronti di enti della pubblica amministrazione possono essere attuati solo dopo 180 giorni dalla esecutività del provvedimento. Insomma stipendi e tredicesima sono assicurati, almeno fino al prossimo mese di maggio o giugno. Resta comunque la pessima figura nei confronti della società edile ternana e il danno economico che ne potrebbe derivare anche nei confronti dei dipendenti di quest’ultima. L’opposizione, guidata dal capogruppo Domenico Santini, è pronta a dare battaglia; stasera si riunirà per studiare le carte e decidere le azioni da intraprendere.
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