Una diagnosi precoce del polmone può salvare la vita. Quante volte abbiamo sentito parlare di prevenzione?
“lo screening del polmone – spiega Alberto Neri – è fondamentale. Se hai più di 40 anni e sei fumatore sei il candidato ideale. Questa patologia è oggi la seconda neoplasia per gli uomini e la terza nelle donne. Il mio consiglio è quello di effettuare un controllo e nel mese di giugno, CMS propone costi ridotti con la spirometria a 50€ e la Tac a basso dosaggio a 100€.”
Abbiamo approfondito con il Dottor Maurizio Fioretti Pneumologo.
Dottore, perché effettuare lo screening per il tumore del polmone?
Beh, direi ci sono motivi molto validi. Innanzitutto l’incidenza dei casi è in notevole aumento, è il terzo tumore in Italia, ma soprattutto il primo per mortalità. Solo in Italia muoiono più di 35.000 persone. Un altro valido motivo è che la diagnosi del tumore del polmone viene fatta in maniera, per la maggior parte delle volte, tardiva quando si manifestano i sintomi del tumore. In nove casi su dieci è troppo tardi per porre in atto dei trattamenti validi, soprattutto l’intervento chirurgico e il trattamento chemioterapico mirato. E un altro ulteriore e valido motivo è che oggi abbiamo a disposizione strumentazioni valide per la diagnosi di tumore al polmone, soprattutto la Tac torace a basso dosaggio che emette 74% di radiazioni in meno rispetto a una Tac standard. Un esame molto rapido che si effettua senza l’utilizzo di un mezzo di contrasto.
Ci sono dei campanelli di allarme? Chi è che deve fare questo screening?
Bisogna selezionare i pazienti per evitare esami, diagnosi e trattamenti inutili e individuare dunque i soggetti a rischio che possono trarre giovamento dallo screening e che sono: fumatori d’età tra i 50 e i 75 anni, ex fumatori da 15 anni, con 20 o 30 pacchetti l’anno. Inoltre i pazienti con la broncopneumopatia cronica ostruttiva, cioè una malattia infiammatoria cronica del polmone, che è anche un fattore di rischio per quanto riguarda l’incidenza del tumore al polmone.
Si parla tanto di questi screening anche in altri campi, non solo in quello della pneumologia, ma ci sono delle evidenze di efficacia.
Direi di sì. Uno studio condotto su 15.792 pazienti in Europa con alto rischio per cancro del polmone ha evidenziato, dopo dieci anni di follow up, una riduzione della mortalità del 26% per quanto riguarda gli uomini e fino addirittura al 61% per quanto riguarda le donne.
Chi può trarre beneficio dallo screening?
Da un recente studio fatto al San Raffaele di Milano, dalla Bocconi, si è stimato addirittura che sarebbero potenzialmente a rischio in Italia 2.166.000 uomini e donne. Particolare beneficio lo ottengono anche i pazienti affetti da malattia broncopneumopatia cronica ostruttiva, malattia infiammatoria cronica del polmone che provoca tosse, insufficienza respiratoria cronica, necessità di uso di ossigeno, terapia, oppure addirittura ventilazione. Il fumatore con broncopneumopatia cronica ostruttiva ha maggiore rischio di sviluppare il tumore del polmone rispetto a un fumatore che non ha sviluppato questa malattia. Per cui io direi come regola: smettere di fumare. Importante poi effettuare la diagnosi precoce con lo screening indicato.