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IL CENTRO DI PERUGIA MANIFESTA CONTRO SPOPOLAMENTO E DEGRADO (gallery)

(Fda) Erano circa un centinaio le persone che si sono raccolte ieri tra l'una e le tre in piazza IV Novembre, sotto gli occhi di passanti, partecipanti e volontari del Festival Internazionale di giornalismo, per prendere parte alla manifestazione organizzata -come ogni mese da tre mesi a questa parte- dal movimento “Giù le mani dal Centro”.

“Gli spazi assumeranno funzione di aggregatori sociali. E noi cosa facciamo? Lasciamo che i cinema vengano chiusi. Lasciamo in balia teatri del 1700 come il Teatro Pavone, che sta sopravvivendo. Si sta tenendo a galla con le proprie forze”, ha detto Marco La Penna, animatore del movimento spontaneo nato negli ultimi mesi per rilanciare il dibattito sull'annoso problema dello spopolamento e del degrado del centro storico di Perugia.
Il movimento ha portato in piazza ieri, in mezzo a tanti cartelloni per ricordare le tematiche su cui propone di intervenire per il rilancio del centro -eventi e mobilità su tutto- uno studio sull'importanza della salvaguardia degli spazi di aggregazione, redatto da due docenti universitari, letto a un pubblico non troppo numeroso ma partecipe e infervorato.

Secondo il movimento, le promesse dell'amministrazione pubblica fatte dai giorni scorsi alle associazioni di categoria dei commercianti (leggi) non sono affidabili, in quanto le associazioni non sono rappresentative in alcun modo dei singoli esercenti, con cui “non hanno nessun contatto”. Inoltre, il movimento sostiene che lo spopolamento del centro abbia una precisa logica, dettata da interessi commerciali ben precisi: “Perugia non ha un mercato. Un mercato è per antonomasia un luogo di aggregazione sociale. Non c'è”, ha detto ancora La Penna. “Piccole attività che possano valorizzare il territorio. Non un grande ipermercato, che aiuterà a spopolare il centro”.

La stessa allusione ad una precisa strategia, secondo il movimento, si nasconde dietro ai problemi della mobilità e dei parcheggi a Perugia: “Altrimenti perché aumentare a un euro e cinquanta i biglietti di un autobus, in un azienda che ha oltre un milione di utile?”, chiede ironicamente La Penna.

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