“Né favorevoli, né contrari. Ma la Giunta deve fare chiarezza sui tanti dubbi irrisolti“. Non è facile la posizione del Pd perugino sul caso Ikea. Un’apertura che in tanti attendono, ad eccezione delle forze “anticapitaliste” della sinistra più estrema, e che qualcuno teme, soprattutto per le conseguenze sul piano della viabilità, ma anche per un possibile colpo alle aziende locali che producono e vendono mobili e oggetti per la casa. Un progetto che era sul tavolo dell’allora sindaco Boccali e dell’allora assessore Valeria Cardinali. E che ora è una questione quasi privata tra Romizi, Prisco e Fioroni, che si trovano a dialogare con Eurocommercial e Coop centro Italia. Insomma, su una questione tanto importante, il Pd rischia di non vedere palla. Compresa la partita dei 600 nuovi posti di lavoro in ballo con l’ampliamento del centro commerciale, secondo i proponenti del progetto e l’amministrazione comunale che lo ha visto e fatto proprio. A pochi mesi dalle elezioni, non è cosa da poco.
E allora, all’indomani del primo sì ufficiale al progetto della “Grande Collestrada” con dentro la ciliegina Ikea, (i voti favorevoli delle due Commissioni consiliari comunali) il Pd, che in entrambi i momenti ha lasciato l’aula, spiega le proprie perplessità. “Nel metodo e nel merito” affermano la capogruppo consiliare Bistocchi e il segretario cittadino Polinori, insieme ai consiglieri Mirabassi, Mori, Ranfa e Vezzosi.
Per il Pd, tutto il progetto si sta sviluppando nelle segrete stanze, aperte “a pochi eletti“. Come confermato anche dal no alla proposta dem di un Consiglio grande da tenere a Ponte San Giovanni.
Nel merito, poi, si esprimono dubbi sulla viabilità, sull’impatto ambientale (ad Eurocommercial si chiede di mettere sul piatto misure compensative per risarcire i residenti della zona dell’aumento dell’inquinamento), l’asilo che secondo un progetto del 2016 doveva essere ospitato nell’ex sede della Comunità Montana una volta riconvertita.
E poi, ovviamente, l’occupazione. Perché i 600 nuovi posti di lavoro, per ammissione degli stessi proponenti, sono il saldo tra i 400 attuali posti che si perderanno ed i mille che complessivamente, a regime, verranno creati. Ma chi sceglie le persone da assumere? Un fatto non secondario, tanto più alla vigilia delle elezioni, evidentemente. Su questo punto il Pd vuole evitare che sia tutta una trattativa tra i privati che realizzano l’opera ed i partiti di maggioranza che possono assicurarne l’iter amministrativo. E chiede di attivare un protocollo con i centri per l’impiego, Regione e le aziende che effettueranno l’investimento, al fine di garantire che innanzi tutto vengano riassunti gli attuali operatori degli esercizi esistenti.
Mirabassi ha anche ricordato che il progetto di realizzare Ikea a San Martino in Campo fu bloccato proprio dalle denunce presentate da chi oggi siede in Giunta. E assicura che il Pd, ora, non si comporterà allo stesso modo, anche se non arretrerà sui nodi ancora aperti del progetto a Collestrada.
Ma la maggioranza, inevitabilmente, mette ancora più uova insieme a quelle sul quale il Pd cerca di camminare. E chiede ai dem, senza giri di parole, di dichiararsi favorevoli o contrari al progetto. Costringendo il Pd, a un certo punto, a votare sì o no. O ad uscire dall’aula, come i dem hanno preannunciato di voler fare se non avranno risposte convincenti ai loro quesiti.
La maggioranza ricorda i 140 milioni di investimenti, i nuovi posti di lavoro, introiti per il Comune che potranno essere investiti per il centro storico ed interventi per la viabilità della zona che, altrimenti, continueranno ad essere rimandati.
Quanto all’accusa di voler nascondere la palla, la maggioranza replica che “la documentazione relativa ad Ikea è stata a disposizione per la consultazione e gli approfondimenti dei consiglieri per tutta l’estate e – dopo l’approvazione del progetto da parte della Giunta comunale nello scorso mese di agosto – si sono susseguite ben tre sedute di commissioni, in cui i tecnici hanno esaustivamente illustrato ogni singolo aspetto e dato risposta a qualsiasi chiarimento“.
“Ad un certo punto – proseguono i partiti di maggioranza – è arrivato anche il momento di decidere e dare risposte in tempi ragionevoli a chi vuole investire nel nostro territorio, accogliere investimenti e progettare il futuro”. Invitando la Giunta a serrare i ranghi. Perché portare a casa il sì definitivo al progetto prima delle elezioni, sarebbe un punto a favore di Romizi e di chi lo sostiene.