“Il gestore non controlla il prezzo alla pompa, bensì applica il prezzo consigliato dalla compagnia, potendo influire ahimè solo con il suo modesto margine che è di pochi miseri centesimi, in alcuni casi anche inferiore a 0,03 euro al litro”.
Nei giorni in cui i benzinai sono tornati al centro delle cronache nazionali – per l’aumento dei prezzi dei carburanti in concomitanza del periodo delle ferie estive e per l’introduzione dell’obbligo di esporre il nuovo cartello del prezzo medio – il presidente umbro di Fai Confesercenti, Roberto Proietti Barsanti, torna a ribadire qual è il sistema che sovrintende la dinamica dei prezzi dei carburanti.
Il tavolo di filiera di distribuzione carburanti, alla presenza del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e del Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, prova soluzioni per venire incontro agli automobilisti, tenendo però anche conto delle difficoltà dei gestori.
“Abbiamo già portato a questo tavolo – ricorda Proietti Barsanti – l’argomento della contrattualistica con il quale vengono gestiti alcuni impianti e l’illegalità di alcuni di questi. Centrale in questo momento è anche il costo della moneta elettronica per i gestori, con la crescita della percentuale degli utilizzatori in concomitanza con l’aumento dei prezzi che ovviamente genera un ulteriore aumento di costi”.
Quanto all’obbligo di esporre i prezzi medi, il presidente di Faib Confesercenti Umbria spiega: “Le nuove modifiche alla normativa sulla cartellonistica espongono i gestori ad altri obblighi e ad altre responsabilità. Non ultimo il cartello del prezzo medio, osteggiato fortemente dalla mia categoria, temiamo fortemente possa produrre l’effetto contrario a quello desiderato. La stessa antitrust pronunciatasi a riguardo non aveva opinione difforme”.
“L’aumento dei prezzi – conclude Roberto Proietti Barsanti – penalizza molto in consumatori. Ma ci tengo a puntualizzare che penalizza fortissimamente anche noi. Per ulteriore chiarezza: il nostro margine è di pochi centesimi al litro, e il valore in percentuale diminuisce con l’aumento del prezzo, portandosi dietro, come già detto, la percentuale dei costi verso le banche”.
Insomma a guadagnare, dal caro-carburanti estivo, sono le compagnie e lo Stato, che tra Iva e accuse incassa circa un euro per ogni litro venduto.