Orvieto

Il carcere si trasforma in fabbrica di mascherine

Oltre 30 penitenziari italiani trasformati in “fabbriche” di mascherine. Per l’Umbria è stato individuato al momento il carcere di Orvieto.

Secondo l’agenzia Dire, agli istituti penitenziari italiani saranno distribuite altre 20mila mascherine chirurgiche. I pezzi finora destinati al personale della polizia penitenziaria per fronteggiare il rischio contagio da Coronavirus salgono a oltre 200mila.

E il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria del Ministero della Giustizia rende noto che da oggi, inoltre, parte la produzione di mascherine in tessuto non tessuto negli istituti che al loro interno hanno un laboratorio sartoriale riconvertito per la fabbricazione di questi dispositivi.

Come previsto dall’ultimo decreto legge, limitatamente al periodo di emergenza sanitaria, gli istituti penitenziari avvieranno la produzione di mascherine previo invio di un’autocertificazione all’Istituto superiore di sanità.

Dalla ricognizione avviata dal DAP, sono stati fin qui individuati alcuni istituti dove poter avviare la produzione. In Piemonte sono pronti a Biella e Torino e sono stati attivati quelli di Fossano, Vercelli, Novara e Ivrea. Analogamente in Puglia con gli istituti di Lecce, Trani e Taranto. Nel Provveditorato campano sono sei gli istituti individuati: Benevento, Secondigliano, Pozzuoli, Salerno, S. Angelo dei Lombardi, S. Maria Capua Vetere. In Lombardia attivate iniziative a Bergamo, Bollate, Milano San Vittore, Monza, Opera, Verziano e Vigevano. Nel PRAP Lazio-Abruzzo-Molise le sartorie di Sulmona, Viterbo, Vasto e Rebibbia Femminile. Noto e Siracusa per gli istituti siciliani. Nel Provveditorato Toscana – Umbria quelli di Orvieto, Massa e Volterra. La produzione stimata dal DAP si aggira sui 10mila pezzi al giorno.