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Il Balletto di Spoleto porta a Tuscania lo spettacolo “Bolero del Drago Rosso e altre storie”

Il Balletto di Spoleto in collaborazione con la compagnia Genta Rosselli e lo Studio Zobit, dopo il successo della nuova produzione 2011 “Sette coreografi per il balletto di Spoleto” che ha debuttato in prima nazionale a Spoleto l’8 ottobre scorso, portano lo spettacolo ‘Bolero del Drago rosso e altre storie’ a Tuscania nel Lazio. La performance andrà in scena questa sera venerdì 21, sabato 22 ottobre (ore 21) e domenica alle 17.30 sul palco del Supercinema. Molteplici personaggi, musica dal vivo, videoproiezioni, uso grafico del corpo, linguaggio visivo e musicale. Ricerca di autenticità espressiva attraverso l'uso dell'improvvisazione. scrittura automatica del movimento. Dialogo tra performer e materiali registrati. All'interno di una struttura data, i due autori-interpreti, Caterina Genta e Marco Schiavoni, scelgono un comune denominatore: l'uso del corpo come segno grafico e drammaturgico, l'estemporaneità della scrittura.
Le dee e Dio incastonati in un'antica seduttrice cinese, in un animale femmina marino, in una geisha, in una dark lady tecnologica e nei suoni di bottiglie e corde. Strumenti inusuali come il Gu-Jang (arpa cinese) o le bottiglie, ma anche la chitarra elettrica e la melodica suonati dal vivo con l'ausilio di pattern elettronici generati da un computer. In quattro capitoli, un'unica figura che si trasforma. Primo capitolo: Bolero del Drago Rosso “C'è un regno del cuore fatto di tutte le cose che abbiamo imparato o vissuto, che non bisogna invadere ma lasciare intatto” (Mitsukata ishii) Corpo trasparente, per guardare e guardarsi attraverso, lasciarsi attraversare. Danza provocatoria e glaciale, erotica e intimista. Chiarissime leggere gocce, rosso ghiaccio, calde lacrime di vetro. Guqin, Chiamato nell'antichità “Qin” o “YaoQin”, si può far risalire a più di tremila anni fa. Ha una cassa di risonanza piatta e lunga, una testa quadrata e una coda ovale. La tonalità del Guqin è chiara, incantevole e variata. Il Guqin era considerato uno strumento di eleganza e graziosità e non solo i letterati ma anche gli imperatori amavano suonarlo. Il Guqin ha una ricca capacità espressiva, e può descrivere sentimenti di vario tipo e incantevoli paesaggi naturali.

Il Gu-Jang, versione moderna dell'antico Guqin, è uno strumento a corde che viene suonato tradizionalmente con plettri applicati alle dita della mano destra. Mentre la destra pizzica le corde la sinistra può effettuare, tramite pressione, dei glissati o dei vibrati sulla corda suonata in quel momento. Per il Bolero del drago rosso il Gu-Jang è usato nella accordatura originale, la scala pentatonica di Do e vengono sviluppate tecniche alternative per ottenere altre sonorità: l'uso dell'arco, la percussione con matite, lo sfregamento con oggetti metallici. Lo strumento viene suonato cercando trasparenze e armonia con il corpo-anima della danzatrice – goccia di vetro.