Da.Bac.
La serata di martedì 27 agosto ha segnato, a Città di Castello, l'apertura del Festival delle Nazioni, quest’anno dedicato all’intera Europa.
Perché l’Europa? – La scelta di dedicare la rassegna all’intero continente è stata spiegata, in apertura di serata, dal presidente del Festival, Giuliano Giubilei: “Questa manifestazione, nei limiti, vorrebbe dare il suo contributo al rafforzamento di un’identità culturale condivisa dall’intero continente”, soprattutto oggi dove regna una certa disaffezione a un’idea di Europa come entità politica unitaria. La musica non può che costituire, come ha sempre fatto, un substrato comune.
La prima serata – Nella caratteristica cornice della chiesa gotica monumentale di San Domenico, è andato in scena un vero e proprio omaggio a Giuseppe Verdi, nell’anno del bicentenario della nascita del maestro, artista senza alcun dubbio “europeo”. Protagonisti e interpreti della serata “Che Verdi viva!” sono stati i Cameristi della Scala, nel dettaglio: Andrea Pecolo e Gianluca Scandola (violini); Ula Ulijona Zebriunaite (viola); Jacob Ludwig (violoncello); Alessandro Serra (contrabbasso); Flavio Alzati (flauto); Guido Ghetti (oboe); Mauro Ferrando (clarinetto); Gabriele Screpis (fagotto) e Claudio Martini (corno) che hanno accompagnato il primo violino Laura Marzadori e il primo violoncello Massimo Polidori. Sul palco era presente anche l’attore e regista Gabriele Lavia, “voce” della serata: quest’ultimo ha infatti interpretato un testo del critico musicale Sandro Cappelletto, ispirato a sua volta dagli appunti sulla vita di Verdi di Arrigo Boito, compositore e librettista nonché uno tra i più cari amici del maestro. Le parole di Cappelletto, quasi una biografia del compositore di Busseto, recitate in maniera sublime da Lavia, si sono alternate all’esecuzione, da parte dei Cameristi della Scala, della trascrizione di cinque opere di Verdi: Otello e Falstaff di Giovanni Avolio (1849-1923), Don Carlo e Aida di Luigi Mancinelli (1848-1921) e La Traviata di Antonio Bazzini (1818-1897). Tutti autori delle musiche che nella serata inaugurale, accanto all’orchestra da camera, hanno visto alternarsi, di volta in volta, il protagonismo di violino o violoncello.
Applausi – Gli oltre cinquecento spettatori della serata dopo l’ultima Fantasia, quella ripresa dal Falstaff, hanno dimostrato il loro gradimento con circa tre minuti di applausi.
Articoli correlati: