Mentre a Palazzo Cesaroni il centrosinistra provava a convincere il centrodestra ad approvare una mozione che ponesse dei paletti al progetto della Nuova Collestrada sul piano della viabilità, a Palazzo dei Priori il Consiglio comunale (con i soli voti della maggioranza a cui si sono aggiunti quelli del socialista Arcudi ed il pd fuori dall’aula per protesta) dava l’atteso via libera all’insediamento di Ikea a Perugia.
Concludendo così la parte dell’iter amministrativo che spetta al Comune in modo rapidissimo: la preconsiliare per l’avvio del procedimento è datata 3 agosto 2018; presentazione in II e III Commissione il 14 settembre; approvazione in sede congiunta il 20 settembre; via libera dal Consiglio comunale il 24 settembre. Avessero tutta questa velocità le pratiche urbanistiche, nel giro di tre anni si può rifare un’intera città. La maggioranza di centrodestra ha fretta, perché vuole arrivare al prossimo appuntamento elettorale, nella primavera del 2019, con i paletti di uno dei più grandi investimenti tutti ben piantati in terra. Così come all’appuntamento del 2019 guarda del resto il centrosinistra, tra la tentazione di cavalcare i malumori di alcuni residenti, ma anche di altri perugini, preoccupati del fatto che il Nodo di Perugia possa ingarbugliarsi ancora e le tante aspettative che ci sono (occupazionali, ma anche dei tanti che oggi sono i pendolari dell’acquisto) per l’apertura in Umbria di Ikea.
Il sindaco, nonostante le tante sollecitazioni del Pd a far sentire la sua voce, ha lasciato illustrare la pratica ai suoi assessori, limitandosi a dire che la Giunta è tutta compatta sul progetto. In particolare all’assessore Prisco, che ha ricordato l’investimento di 140 milioni di euro ed i risvolti importanti sul piano occupazionale (circa 600 posti di lavoro in più, considerando i mille che verranno attivati ed i 400 che si perderanno con la riarticolazione delle attività economiche presenti su quell’area). Per Prisco, si tratta di un intervento di tipo urbanistico che di fatto è una vera e propria riqualificazione urbana ed anche sul piano della viabilità, per molti la vera incognita, l’investimento a suo giudizio consentirà di intervenire su un nodo problematico e storico quale quello di Collestrada, ridisegnando il sistema viario e andando a risolvere quelle criticità che ci sono già oggi e che non potrebbero trovare diversamente soluzione nell’immediato.
“Non sfuggono – ha evidenziato Prisco – altri aspetti anche sotto il profilo dell’innovazione, in particolare ci stiamo attivando per poter utilizzare la rete ferroviaria per l’accesso alla città dalla parte nord, l’attenzione all’ambiente e, non ultimo, l’aspetto economico legato al bilancio, perchè grazie al surplus di gettito di Imu potremo mettere mano a politiche di riqualificazione della città. Quell’area – ha concluso – ha sofferto un abbandono economico e questa che stiamo portando avanti oggi era un’istanza forte da parte della cittadinanza. Vogliamo dare l’immagine di una città che guarda ad un investimento importante in maniera seria, capace di dare risposte celeri agli investitori”.
L’assessore Calabrese alle Opere pubbliche ha sottolineato il fatto che portare Ikea a Perugia potrà attrarre utenza oltre il territorio regionale e contribuire al miglioramento della viabilità, mentre il collega allo Sviluppo economico, il tecnologico Fioroni, ha spiegato come studi di settore dimostrino che un insediamento commerciale come quello prospettato a Collestrada sia in grado, a fronte di un euro investito, di generarne 2,84 di indotto, euro che vengono spesi sul territorio.
Per tre ore i vari consiglieri hanno detto la loro sulla collocazione (la vecchia soluzione, poi abbandonata, di San Martino in Campo o Collestrada), strade, rampe, parcheggi, bretelle. “Tanto dibattito – ha detto, sorpreso, Sorcini (FdI) – per un investimento che in un’altra città sarebbe passato inosservato”.
E mentre a Palazzo Cesaroni Leonelli e gli altri aspettavano (invano) di riallacciare il filo del dialogo con il portavoce del centrodestra Squarta in filo diretto con l’Amministrazione di Perugia su come poteva essere cambiata la mozione in Regione per non urtare il Comune, il Pd a Palazzo dei Priori scaricava sulla Giunta Romizi tutta la propria frustrazione per un progetto blindato sul quale non ha avuto diritto di parola, prima di abbandonare l’aula per protesta.
L’assenza dei dem (come del resto il voto contrario dei pentastellati) non hanno ovviamente suscitato il senso di colpa del centrodestra, che ha votato la pratica senza tentennamenti da parte di Scarponi (Ncd) e con l’appoggio del socialista Arcudi (e la cosa non è passata inosservata in Regione).
Con il voto in Consiglio si chiude la prima parte dell’iter autorizzativo, quello politico. Ed inizia quello tecnico, forse più complesso e magari in grado di generare sorprese. Entro la fine dell’anno (90 giorni) il progetto dell’ampliamento dell’area commerciale di Collestrada dovrà avere il via libera Vas (Valutazione ambientale strategica). Giusto in tempo per le elezioni comunali dovrebbe attivarsi la Conferenza dei servizi, che potrebbe chiudere il proprio lavoro la prossima estate. A quel punto, la variante al Piano regolatore generale dovrà ottenere un altro voto dal nuovo Consiglio comunale. Eurocommercial a quel punto potrà mettere la prima pietra, per un intervento che impiegherà circa due anni di tempo. Insomma, i perugini potranno acquistare il loro divano Kivik o la libreria componibile Billy, senza andare a Roma o ad Ancona, non prima del 2022. Sempre che tutto fili liscio.