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Igiene alimentare in macellerie di Terni e Perugia: 1 su 5 è irregolare – 175mila euro di sanzioni

La sicurezza delle produzioni agroalimentari, sia per gli aspetti igienico-sanitari che per quelli della qualità, è da sempre al centro dell’attività del Corpo Forestale dello Stato, che prevede tra le proprie competenze anche il controllo sulla contraffazione dei prodotti agroalimentari, nei settori della zootecnia, oleario, lattiero-caseario, vitivinicolo, industriale ecc.

Nell’ambito di tale specifica attività di controllo nei mesi di dicembre e gennaio Sottufficiali e Agenti del C.F.S. hanno effettuato su tutto il territorio regionale una vasta campagna di controllo delle macellerie, sia singole che poste all’interno delle strutture della grande distribuzione, con la finalità di verificare la regolarità della commercializzazione della carne bovina, in particolare con riferimento alla provenienza ed alla etichettatura .

L’attività in argomento era già stata portata avanti alla fine dell’anno 2011 nel solo territorio comunale di Perugia, dove su circa metà degli esercizi commerciali controllati, macellerie e rivendite di carne fresca bovina, era stato accertato un elevato tasso di irregolarità, dell’ordine del 50% delle aziende soggette a controllo, in riferimento alla provenienza ed etichettatura della carne bovina posta in vendita.

Se viene garantita la tracciabilità del percorso di produzione della carne bovina si preclude la possibilità di mettere in atto i fenomeni di contraffazione del prodotto, quali ad esempio la vendita di carne decongelata magari di provenienza estera spacciata per carne fresca di provenienza locale, o di carne appartenente ad una razza pregiata con un'altra di una razza di minor pregio.
Il regolamento CE 1760/2000 ha introdotto una normativa armonizzata a livello comunitario che prevede l’etichettatura delle carni bovine poste in commercio e l’identificazione e registrazione dei bovini ( marchi auricolari per i singoli animali, banche dati informatizzate, passaporti e registri aziendali ) con la finalità di permettere una completa tracciabilità delle carni bovine all’interno dell’Unione europea . La normativa italiana di applicazione del regolamento per quanto riguarda l'etichettatura delle carni bovine e dei prodotti a base di carni bovine ( D.M. 22601/2000 e D.Lgs 58/2004 ) ha la finalità di consentire di identificare il percorso della carne, andando a ritroso attraverso tutte le fasi che hanno consentito al prodotto di giungere “ dal campo alla tavola ” e prevede specifiche sanzioni per le violazioni delle disposizioni relative.

La commercializzazione della carne bovina deve altresì rispettare le norme di carattere generale concernente l’etichettatura, la presentazione e la pubblicita' dei prodotti alimentari, previste dal D.lgs. 27 gennaio 1992 n. 109, con la finalità di assicurare la corretta e trasparente informazione del consumatore in modo da non indurre in errore l'acquirente sulle caratteristiche del prodotto alimentare.
In base alle disposizioni anzidette nel momento in cui il consumatore si appresta ad acquistare ad esempio un controfiletto di bovino troverà sull’etichetta applicata alla confezione tutta una serie di informazioni obbligatorie : il codice identificativo dell’animale, lo Stato in cui è nato, quello in cui è stato allevato, quello dove è avvenuta la macellazione ed il sezionamento ( taglio e preparazione ) la denominazione di vendita ( vitello, vitellone, bovino adulto ) la data di scadenza preceduta dalla dicitura “da consumarsi entro”.
Alle informazioni contenute sull’etichetta deve corrispondere tutta una documentazione obbligatoria che le Autorità Sanitarie redigono a seguito dei controlli effettuati durante tutta la filiera produttiva, a partire dalla nascita ed identificazione dell’animale, la registrazione e controllo della fase di allevamento e fino alla macellazione e porzionatura con applicazione del bollo sanitario.
Sono state soggette a controllo in tutta la regione 231 ( duecentotrentuno ) macellerie singole o punti vendita di carni bovine posti all’interno di grandi esercizi commerciali di prodotti alimentari. Le irregolarità riscontrate hanno riguardato 48 aziende, pari al 21% del totale delle aziende soggette a verifica, circa centosettantamila euro è risultato l’importo delle sanzioni amministrative contestate .

In provincia di Perugia sono state controllate complessivamente dal C.F.S. 138 ( centotrentotto ) macellerie e punti vendita . A seguito delle verifiche sono state elevate situazioni di irregolarità in trentaquattro aziende, pari al 25% circa del totale delle controllate, e sono state elevate complessivamente 48 ( quarantotto ) sanzioni amministrative per un importo totale di 133.333,36 ( centotrentatremilatrecentotrentatre ) euro. Sono state altresì effettuati tre sequestri di carni confezionate e di documentazione. Le irregolarità riscontrate sono risultate la messa in commercio di carni bovine senza adozione di un sistema idoneo a garantire la veridicità delle informazioni obbligatorie e il nesso tra le carni e l’animale o il gruppo di animali interessati. Inoltre la commercializzazione di carni preincartate di bovino adulto con denominazione di vendita non corretta. La inosservanza dell’obbligo di munire di apposito cartello i prodotti sfusi posti in vendita o con cartello recante la denominazione di vendita errata. E’ stato contestato altresì l’inadempimento degli obblighi relativi alla raccolta identificazione e trasporto dei sottoprodotti di origine animale, volti a prevenire rischi per la salute.

Nella provincia di Terni le aziende soggette a controllo sono risultate 93 ( novantatre ) sparse su tutto il territorio. Sono stati riscontrati illeciti in quattordici aziende, pari al 15% degli esercizi commerciali soggetti a controllo, che hanno dato luogo all’elevazione di quattordici sanzioni amministrative per l’importo complessivo di 36.000,00 euro . Gli illeciti più frequenti accertati sono risultati la mancanza o incompleta esposizione al pubblico delle indicazioni obbligatorie in materia di etichettatura previste per la vendita di carne bovina, la mancata corrispondenza tra i dati relativi al bovino in vendita e il cartello esposto sul banco frigo.