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Ieri a Perugia le celebrazioni della Virgo Fidelis, Patrona dell'Arma dei Carabinieri

Ieri mattina nell'Abbazia di San Pietro in Borgo XX giugno a Perugia si sono celebrate le ricorrenze della “Virgo Fidelis” patrona dell’Arma dei Carabinieri, del 72° anniversario della “Battaglia di Culqualbert” e della “Giornata dell’Orfano”.

La Santa Messa è stata officiata da Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia e ha visto la partecipazione di molte Autorità locali, militari e civili, oltre che di una nutrita rappresentanza di Carabinieri della Legione Umbria e del Comando Provinciale di Perugia, dei soci e delle benemerite delle Sezioni dell’Umbria dell’Associazione Nazionale Carabinieri in congedo e della Rappresentanza militare. Presenti, inoltre, alcune vedove, orfani e parenti di militari dell’Arma caduti nell’espletamento del servizio.

La storia

Nell'Arma il culto alla “Virgo Fidelis” iniziò subito dopo l'ultimo conflitto mondiale per iniziativa di Mons. Carlo Alberto Ferrero di Cavallerleone, Ordinario Militare d'Italia, e di P. Apolloni S.J., Cappellano Militare Capo. Lo stesso Comandante Generale prese a cuore l’iniziativa e bandì un concorso artistico per un’opera che raffigurasse la vergine, patrona dei carabinieri. Lo scultore architetto Giuliano Leonardi rappresentò la Vergine in atteggiamento raccolto mentre, alla luce di una lampada, legge in un libro le parole profetiche dell’apocalisse: “sii fedele sino alla morte” (Apoc.2,10)”. La scelta della Madonna “Virgo Fidelis”, come celeste Patrona dell'Arma, è indubbiamente ispirata alla fedeltà che, propria di ogni soldato che serve la Patria, è caratteristica dell'Arma dei Carabinieri che ha per motto: “Nei secoli fedele”. L'8 dicembre 1949 Sua Santità Pio XII di v.m., accogliendo l'istanza di S.E. Mons. Carlo Alberto di Cavallerleone, proclamava ufficialmente Maria “Virgo Fidelis Patrona dei Carabinieri”, fissando la celebrazione della festa il 21 novembre, in concomitanza della presentazione di Maria Vergine al Tempio e della ricorrenza della battaglia di Culqualber. La battaglia di Culqualber è stata combattuta in Abissinia (l'attuale Etiopia) dal 6 agosto al 21 novembre 1941 fra italiani e britannici. In quella battaglia il 1° Gruppo Mobilitato dei Carabinieri ed altri reparti si immolarono quasi al completo con tale valore che ai pochi sopravvissuti gli avversari tributarono l'onore delle armi.

La caduta del caposaldo di Culqualber fu comunicata agli italiani con il Bollettino delle FF.AA. n. 539 del 23 novembre 1941: « … gli indomiti reparti di Culqualber-Fercaber, dopo aver continuato a combattere anche con le baionette e le bombe a mano, sono stati infine sopraffatti dalla schiacciante superiorità numerica avversaria. Nell'epica difesa si è gloriosamente distinto, simbolo del valore dei reparti nazionali, il Battaglione Carabinieri, il quale, esaurite le munizioni, ha rinnovato sino all'ultimo i suoi travolgenti contrattacchi all'arma bianca. Quasi tutti i Carabinieri sono caduti». Per l'epica resistenza di Culqualber la Bandiera dell'Arma è stata insignita di una seconda Medaglia d'Oro al Valor Militare. E, infine, si è celebrata la “giornata dell'orfano”, dedicata ai figli dei militari che hanno perduto la vita in servizio e che vengono assistiti dall’ONAOMAC (Opera Nazionale di Assistenza per gli orfani dei militari dell'Arma dei Carabinieri). Oggi l' Ente assiste circa 1000 orfani, a ciascuno dei quali eroga sussidi semestrali (assegni di studio e premi di profitto), distinti per fasce d'età, sino al compimento degli studi. L'assistenza agli orfani disabili, invece, è a vita. L'attività assistenziale che essa realizza in favore degli orfani è resa possibile prevalentemente da contributi volontari mensili elargiti dai militari di ogni grado dell’Arma dei Carabinieri (che rappresentano circa il 90 % delle entrate). Ciò costituisce motivo di vanto e orgoglio per l'Arma perché è testimonianza concreta del legame ideale che unisce l'Istituzione alle famiglie dei colleghi meno fortunati.