E' ormai battaglia aperta fra l'Italia dei Valori e i vertici di Umbria Mobilità, la società di trasporti prossima a una discussa privatizzazione. Con un'interrogazione al Consiglio regionale il leader dell'Idv umbra, Paolo Brutti, chiede una commissione d'indagine sul contratto del nuovo amministratore delegato e su eventuali conflitti d'interesse.
“Ai 200 mila euro dichiarati – afferma Brutti – si sommano premi di produzione, contributi e benefit e un'inspiegabile contratto di assunzione con qualifica di dirigente che con i contributi previdenziali e assicurativi porta a superare di gran lunga i 350 mila euro annui di esborso. Sono cifre del tutto incongrue rispetto al regime di austerity imposto dalla società, con conseguente riduzione delle tratte e riflessi sul costo dei biglietti. C'è in più il sospetto che attraverso l'assunzione si sia voluto aggirare il limite imposto dalla Regione sui maxi-contratti ai manager. Infine c'è un altro capitolo, se possibile più preoccupante ancora – aggiunge Brutti -, e cioè la vicinanza del nuovo amministratore delegato con gli ambienti di Bus Italia, da più parti indicato come possibile acquirente del ramo d'azienda posto in vendita da Umbria Mobilità. Si può vendere – domanda Brutti – una società pubblica mettendole a capo un uomo vicino al probabile acquirente? Il possibile conflitto d'interesse giustifica un'immediata indagine da parte del Consiglio regionale che, lo ricordo, beneficia Umbria Mobilità con consistenti prestiti, legittimi se debbono rimettere in sesto i conti di un'azienda pubblica, meno se vanno a beneficiare acquirenti privati”.