di Carlo Petrini (*)
Predicare bene e razzolare male. Critichiamo i privilegi, senz’altro troppi dei Parlamentari o dei Consiglieri Regionali, ma poi quando i provvedimenti della finanziaria tagliano i costi della politica locale, ecco spuntare l’accordo per presentare una mozione per dire no ai tagli, con la scusa che prima l’esempio deve venire dai sommi capi.
Il punto è il seguente: Se il consigliere comunale lavora sotto padrone, nel pubblico o nel privato, da sabato 17 Settembre 2011 la sua vita è cambiata in peggio. Una nuova norma varata dal Governo gli ha infatti tolto il privilegio di starsene a casa dal lavoro con un permesso retribuito (in media tre al mese) per affrontare le “fatiche” del consiglio comunale. Una sorta di giorno libero dato che i consigli comunali iniziano intorno alle 16,00, certo con l’obbligo di seguire la seduta del consiglio ma magari giusto il tempo dell’appello e della conquista del gettone di presenza oltre che il pagamento (a carico del Comune noi cittadini) della giornata persa al datore di lavoro.
Adesso questi consiglieri che non fanno lavori autonomi e non sono liberi professionisti, il lusso della “giornata libera” non potranno più goderselo perché nel giro di vite della Manovra che abbatte i costi della politica c’è una nuova norma che a sorpresa ha avuto l’effetto di una doccia non fredda ma letteralmente gelata. Ieri l’argomento è stato oggetto in consiglio comunale di una mozione urgente che invita il Sindaco a farsi portatore presso l’ANCI di ripristinare il decreto originario e la precedente disposizione che prevedeva che “i lavoratori dipendenti, pubblici e privati, componenti dei consigli, hanno diritto di assentarsi dal servizio per l’intera giornata in cui sono convocati i rispettivi consigli”.
La nuova norma ha sostituito le parole “per l’intera giornata” con “per il tempo strettamente necessario per la partecipazione a ciascuna seduta e per il raggiungimento del luogo di suo svolgimento”. Un annuncio che ovviamente nessuno dei diretti interessati ha accolto con piacere: nel “parlamentino” di Palazzo sono una decina i consiglieri-dipendenti sui 30 totali. Per questi la musica cambierà: non potranno più assentarsi tutto il giorno dal lavoro ma solo il tempo necessario e appena usciti dal Comune dovranno tornare al lavoro se non sarà troppo tardi. Fine dei giochi.
E per capire quanto i Comuni risparmieranno basta citare l’importo pagato dal Comune di Spoleto (noi cittadini) per il 2010 per Consiglieri e membri di Giunta, una cifretta, per così dire, che si aggira intorno ai 50.000,00 euro. Giornate retribuite tra l’altro con importi molto diversi a seconda delle professioni dei consiglieri interessati. Da questo mese non succederà più.
Nel decreto c’è un’altra novità, (sottovalutata sia dai presentatori della mozione che dal Presidente del Consiglio ma non dal sottoscritto), che i Comuni sono stati invitati dal Governo a convocare le future sedute “preferibilmente di sera”, quindi in una fascia oraria in cui quasi nessuno lavora e così per gli enti non ci sarà bisogno di rimborsare nulla in termini di lavoro perso. La mozione è stata ovviamente approvata in Consiglio Comunale con i voti della sinistra compatta con tutta l’opposizione, tranne le astensione di Bernelli e Cretoni, e il voto decisamente contrario dei Consiglieri Hanke e Petrini.
(*) Consigliere comunale PDL