Non c’è solo il Covid a rendere incerta l’imminente stagione di pesca in Umbria. Con l’avvio per la trota rinviato almeno al 15 marzo, di lunedì. E allora i responsabili delle associazioni di pesca sportiva, Claudio Vici (Arci Pesca), Angelo Liurni (Cpa), Francesco Ragni (Enalpesca) Paolo Capponi e Vanni Giorgioni (Fipsas), Mario Lanari e Lando Loretoni (Libera Pesca) hanno scritto all’assessore regionale Roberto Morroni. Chiedendo un incontro e spiegando che, nel frattempo, non ritireranno i tesserini da consegnare ai pescatori umbri.
Una decisione presa al termine di un confronto in videoconferenza nel quale sono state evidenziate le tante criticità della pesca sportiva in Umbria. “Questioni – scrivono le associazioni – che non è stato possibile affrontare e risolvere in sede di Consulta regionale della pesca, visto il carattere preminentemente tecnico da questa ormai assunto, l’assenza di alcuni dei soggetti portatori di interessi“.
A questo proposito, ritengono necessaria una revisione della composizione della Consulta stessa, che tenga conto delle nuove rappresentatività di pescatori sportivi, presenti sul territorio. La Consulta, lamentano le associazioni, è diventata ormai un organismo tecnico, dove i funzionari regionali ascoltano i tecnici dell’Università.
Manca, dunque, il confronto con l’assessore. Perché alla fine, “pur muovendo da valutazioni di carattere scientifico, economico e sociale“, le questioni poste “richiedono una scelta politica da parte dell’Amministrazione regionale“. Anche in considerazione del numero di umbri che praticano la pesca sportiva e della valenza economica, sociale e culturale storicamente assunta nella nostra regione.
“Invece – a giudizio delle associazioni – viene concesso troppo spazio ai tecnici dell’Università (che non hanno attinenza con il mondo della pesca sportiva) ed ai rappresentanti di Legambiente, con un chiaro conflitto di interessi“.
Insomma, “si prosegue con la modalità di gestione della precedente Amministrazione regionale, senza quel segnale di discontinuità – lamentano – che ci saremmo aspettati per risolvere adeguatamente le criticità che attengono alla pesca sportiva in Umbria“.
Nodi che devono essere affrontati in fretta. A cominciare dalla scelta, definita “incomprensibile“, di avviare la stagione di pesca di lunedì. “Il giorno dell’apertura della pesca – ricordano i pesatori – è da sempre un momento di festa (nel rispetto delle norme anti Covid che saranno in vigore) che assume, in periodi particolarmente difficili come quello attuale, l’importante valenza di sfogo sociale. Per questo non può e non deve essere preclusa a nessuno, in particolare a coloro che con difficoltà e preoccupazione riesce ad avere un lavoro“.
Tra l’altro, l’avvio della stagione di pesca potrebbe slittare anche oltre. L’ipotesi di cui si è parlato in Consulta questa mattina (giovedì) è il 21 marzo. E questo al di là delle incertezze legate all’andamento del Covid.
E comunque la modifica del calendario, evidenziano, per legge impone una nuova tabellazione dei corsi d’acqua. Un’attività, la ritabellazione dei corsi d’acqua, che le associazioni, “che pure in questi anni hanno dimostrato senso di responsabilità nell’interesse dei pescatori umbri e della collettività“, non possono svolgere, “visti i tempi ristretti, la mancanza di adeguati sostegni da parte della Regione e in ragione dei divieti legati alla pandemia da Covid-19“.
Una situazione, questa, che oltre a rendere disagiata l’attività delle associazioni del settore, determina incertezze sulla stessa modalità di avvio e di svolgimento della stagione di pesca stessa, in assenza di un provvedimento da parte della Regione come ad esempio assunto per consentire gli spostamenti per il mondo venatorio.
Sulla imminente stagione di pesca, tra l’altro, incombe “un non adeguato ripopolamento e il progetto (perseguito da anni dalla Regione Umbria senza determinare conseguenze apprezzabili) di sostituzione della trota Fario con quella Mediterranea“.
Le questioni relative all’apertura della stagione di pesca alla trota sono primarie per imminenza temporale, ma non rappresentano le uniche per importanza.
Infatti vi sono anche altri argomenti che dovranno essere considerati e affrontati: il contenimento della specie cormorano; il contenimento della specie siluro; la situazione campi gara; la gestione delle ZRS; il ripristino della vigilanza; la questione ripopolamenti di tutte le specie e non solo della trota.
Da qui l’annuncio delle associazioni di non ritirare i tesserini da distribuire ai pescatori. “Attività dispendiosa (specie in questa fase di pandemia) – scrivono – e resa ancor più complessa dalle nuove incombenze burocratiche richieste alle Associazioni stesse, i cui volontari sono già gravati da un notevole lavoro per ciò che riguarda le attività nei confronti degli iscritti e dei pescatori tutti e la vigilanza sui corsi d’acqua“.
L’assessore Morroni, ricevuta la lettera, ha fatto convocare dagli uffici regionali un incontro per l’11 marzo.