Categorie: Istituzioni Umbria | Italia | Mondo

I NEMICI DELLE AREE PROTETTE: ANNI DI GESTIONE INADEGUATA

Legambiente Umbria coglie l'occasione della presentazione della relazione sull'attività 2006 delle Aree naturali protette dell'Umbria per ribadire la propria contrarietà alla legge endoregionale recentemente approvata in consiglio regionale che di fatto smantella gli enti parco e consegna le competenze alla Comunità Montane (enti tra l'altro che la nuova finanziaria prevede di abolire!!).”Diciamo “di fatto” – commenta Alessandra Paciotto, presidente di Legambiente Umbria – perché nella citata legge, ai parchi è dedicato solo un piccolo articolo che parla di trasferimento delle funzioni già esercitate dai soggetti gestori delle aree naturali protette regionali e che quindi demanda alle Comunità Montane una serie di funzioni fondamentali per la gestione di un area protetta, quali l'adozione e l'attuazione dei Piani pluriennali economici e sociali, l'adozione dei regolamenti e la vigilanza dell'attuazione dei piani ed dei regolamenti””Legambiente – continua la Paciotto – è stata costante sostenitrice dell'attribuzione di un ruolo centrale alle aree protette per una sostenibile e competitiva gestione del territorio. Per questo crediamo che vada restituita una dignità alla politica regionale dei parchi, analizzando quali sono stati in questi anni i punti di debolezza, ma anche quali sono stati gli elementi di successo. Per questo chiediamo un rilancio dei parchi umbri, che non può passare attraverso un semplicistico riassetto amministrativo di spostamento di competenze, ma che passi, piuttosto, attraverso una riforma dell'attuale legge regionale sulle aree protette. E questi delicati cambiamenti vanno partecipati e non calati dall'alto come sta accadendo, lasciando i cittadini, gli attuali amministratori dei parchi, le associazioni, nell'impossibilità di manifestare il proprio punto di vista”.”I Parchi, pur con i loro limiti e carenze – ribadisce la Presidente di Legambiente Umbria – sono ormai parte integrante del territorio umbro, costituiscono un elemento importante del nostro paesaggio e sono gli elementi cardine per rilanciare un nuovo modello di sviluppo non solo degli specifici territori ma di tutta l'Umbria”.”Occorre evitare un ulteriore declino del “capitale naturale” delle nostre aree protette – conclude Alessandra Paciotto – attraverso azioni di salvaguardia, tutela e valorizzazione dell'ambiente naturale estorico-culturale e riscrivere una legge che preveda Enti parchi autonomi e legati alle realtà economiche e sociali dei territori, con poteri reali di gestione e programmazione del loro territorio con un coordinamento regionale vero ed efficiente con poteri concreti sia dal punto di vista politico che economico”.