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I lavoratori Colussi minacciano lo sciopero, AGGIORNAMENTI | Proteste per assunzioni, straordinari e premi produzione

Aggiornamento delle 13:30 – Confermato lo stato di agitazione alla Colussi: rsu e segreterie sindacali hanno dichiarato lo sciopero di due ore per turno il 21 e 22 dicembre (un’ora all’inizio e una alla fine). Il 21 dicembre, dalle 13.30 alle 14.30, ci sarà un presidio fuori dalla Colussi. A partire dal 21 dicembre e fino a data da definirsi lo stabilimento di Petrignano entrerà in stato di agitazione con il blocco degli straordinari; il blocco della flessibilità; e il blocco delle clausole flessibili ed elastiche.


Alla Colussi di Petrignano di Assisi tira aria di sciopero, con le assemblee di fabbrica chiamate a decidere la proclamazione dello stato di agitazione, il blocco degli straordinari e anche un pacchetto di ore di sciopero da fare venerdì e sabato.  Proprio venerdì, peraltro, è il giorno in cui il vescovo monsignor Domenico Sorrentino dovrebbe celebrare la messa di Natale con le maestranze, per annunciare la quale ha inviato una nota che, parlando di Tagina e Colussi, ha spiegato come “due aziende, pur avendo attraversato momenti non facili dovuti alla crisi economica, ce l’hanno fatta anche per l’unità che si è realizzata tra le esigenze dell’impresa e la disponibilità delle maestranze che rappresentano la spina dorsale di qualsiasi attività economica”.

E invece i lavoratori protestano per il mancato riconoscimento del premio di produzione, per le turnazioni che definiscono selvagge, e per la gestione manageriale che tra l’altro prevede assunzioni di interinali senza che ci siano picchi di produzione. Quest’ultimo era un aspetto che, a inizio mese, aveva sottolineato il Partito Comunista: “Lo stabilimento Colussi di Petrignano riassume lavoratori con contratto interinale che, vale la pena di sottolinearlo, non vanno a coprire picchi di produzione dovuti alle festività. Nello stabilimento assisano Colussi non produce pandori e panettoni, e quindi l’utilizzo di questa modalità di assunzione non ha alcuna giustificazione, se non la ricerca di un profitto”.

Non è andata meglio nell’incontro dei giorni scorsi in Confindustria: secondo i sindacati, l’azienda “ha ribadito che per il 2019 è prevista un’intensificazione del numero dei turni medi, a fronte dell’incremento di esigenze produttive (acquisizione commesse verso clienti terzi e andamento di alcune linee di prodotto a marchio) e dell’attuazione del piano di investimenti (15 milioni circa nel triennio 2017-2019)che prevede fermate tecniche degli stessi”. L’azienda ha ribadito la “piena disponibilità” al confronto sulle turnazioni con le organizzazioni sindacali (fermo restando modifiche per ferie, permessi, 104, malattia e assenze individuali tra gli altri), ha “confermato di aver avviato un percorso di inserimento di lavoratori somministrati per rispondere alle esigenze produttive” e la disponibilità “a valutare le richieste di trasformazione da tempo pieno a parziale a tempo pieno, per un arco temporale di 12 mesi, che dovessero pervenire alle risorse umane”, ma aggiunge che laddove a Tavernelle e Fossano tutte le richieste sono state condivise con le rsu dei lavoratori, a Petrignano ciò non è stato possibile “per le vicissitudini della Rsu di cui l’azienda è stata spettatrice”.

L’azienda, anche visti gli accordi raggiunti altrove, ha proposto un’ipotesi di accordo che “definisca per il prossimo quadriennio il parametro sito sulla presenza che ha l’obiettivo di definire un moltiplicatore per la parte del premio legato alla presenza”  e di prevedere, esclusivamente per il 2018, “di tenere fermo a 300 euro il valore del premio presenza, non essendoci parametri gestionali, e di applicare a questo valore economico il moltiplicatore come scritto nel punto precedente”. Per contro,  Cgil, Cisl, Uil e Ugl, hanno scelto di astenersi dal lavoro la prima e l’ultima ora di ogni turno della Colussi. Le assemblee del giorno hanno detto subito sì alla proposta sindacale che punta a riaccendere l’attenzione sulla fabbrica dopo otto mesi dalla chiusura dell’accordo di razionalizzazione del personale.