“L’azione di riorientamento di tutte le risorse residue dei fondi comunitari, in questa fase conclusiva della programmazione 2007-2013, che abbiamo messo in atto con forza e decisione indirizzando molte delle azioni e delle misure verso ricerca ed innovazione, risponde alla duplice strategia di mettere da subito il nostro sistema delle imprese nelle condizioni di poter tradurre nell’immediato gli investimenti in questi ambiti in termini di mercato, e per l’altro verso rafforzare il nostro sistema economico affinché possa cogliere la sfida della nuova programmazione delle risorse comunitarie. Quella post 2013”. Ha spiegato così la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini – concludendo i lavori del convegno “Strumenti europei di networking” -, la filosofia di fondo che ha mosso le scelte programmatiche della Regione che ha deciso di imprimere una forte spinta alle politiche di sostegno ad investimenti in ricerca, innovazione scientifica e tecnologica, e in qualificazione delle risorse umane: “per cogliere la sfida della nuova fase di programmazione dei fondi comunitari – ha aggiunto Marini – è assolutamente indispensabile che tutto il sistema delle imprese, soprattutto quelle umbre che soffrono di scarsa capacità di investimenti in ricerca e innovazione – anche a causa delle ridotte dimensioni – , si riqualifichi. Solo così l’intera struttura del nostro sistema economico potrà superare quel ‘gap’ in ricerca e innovazione che per molti anni le ha penalizzate. In questa azione strategica abbiamo dunque deciso di investire la maggior parte delle risorse residue, finanziando misure specifiche come quelle per gli assegni di ricerca, oppure per la mobilità dei ricercatori in entrata ed in uscita dall’Umbria”.
“Un’altra azione decisiva – ha aggiunto la presidente -, per tradurre la nostra strategia in politiche concrete, è stata quella di investire anche sui Poli di innovazione, da quelli per la medicina, a quelli per l’ambiente e le energie rinnovabili, all’aerospazio. Tutti settori dove l’innovazione e la ricerca sono fondamentali per poter aiutare il sistema Umbria ad aumentare il suo grado di competitività”.
“L’azione di riorientamento porta anche un altro segno: quello della necessità di fronteggiare le pesanti conseguenze di una crisi economica che permane, soprattutto in assenza di una positiva ed efficace politica industriale nazionale. Abbiamo cercato quindi di orientare le misure per favorire ricerca e innovazione in relazione alle ricadute immediate che queste possono determinare sul mercato e, dunque, favorire la ripresa economica, trasferendo con maggiore rapidità i risultati della ricerca sul mercato. Quindi, aiutando la crescita dell’occupazione verso quei segmenti che in Umbria – ha concluso la presidente – soffrono particolarmente, come quella giovanile ad alta scolarizzazione e quella femminile”.
