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I civici progressisti: rompere i vecchi schemi

In attesa della Costituente dei civici dietro la bandiera dell’Umbria dei Territori (fissata per sabato 24 agosto a Todi) si mobilita in varie città L’Altra Umbria, con l’obiettivo di raccogliere  adesioni di liste civiche “di chiara matrice progressista” per concorrere alla creazione – spiegano i portavoce Fabio Barcaroli e Federico Santi, di una coalizione civica “che abbia l’ambizione di vincere le prossime elezioni regionali in netta discontinuità simbolica e di interpreti politici con quanto visto in questi anni e in aperta contrapposizione con le destre“.

Ci adopereremo fino all’ultimo e auspichiamo una convergenza con tutte quelle forze della sinistra – proseguono – che si pongano gli stessi nostri obiettivi nel quadro di uno stretto rapporto federativo con le altre soggettività civiche che stiamo incontrando in questi giorni come “Umbria dei Territori”, il “Movimento civico delle Idee e del fare” e le esperienze virtuose dei sindaci civici capaci di interpretare la nuova fase politica“.

Un percorso che deve in tutto e per tutto – concludono – essere partecipato e democratico, senza forzature mediatiche di sorta che tanto richiamano le pratiche e i metodi che si afferma di voler superare“.

Incontri della federazione civica L’Altra Umbria si sono svolti a Foligno, Marsciano e Perugia; prossimamente prevista una riunione a Terni.

Stop alle destre, ma critiche al Pd

Nel documento politico de L’Altra Umbria si parte dalle riflessioni sulle città dove le liste civiche hanno colmato un vuoto politico lasciato dai tradizionali partiti di sinistra: da Gubbio a Marsciano, passando per Foligno, Perugia e Orvieto. “Segnali incoraggianti“, dove non ci si è divisi sul piano tattico.  “Ma intorno – si aggiunge – c’è troppo, quasi tutto, da ricostruire“.

Come dimostrano i  risultati dei ballottaggi in Umbria, che hanno certificato la fine di una storia. “Se siamo arrivati a questo punto – l’analisi – abbiamo tutte e tutti responsabilità enormi, ma il PD e i suoi ultimi governi monocolore nazionale e regionale con le misure sul lavoro e con una politica fatta di tagli e di austerità hanno spianato la strada a questi consensi di massa alla Lega. La nostra regione è in una crisi senza precedenti. Il dramma occupazionale, sociale ed economico sta spingendo nella povertà larghe fasce della popolazione. I principali problemi dell’Umbria sono la mancanza di lavoro e le numerose emergenze ambientali. La regione Umbria è stata governata malissimo negli ultimi anni. Non è una questione che riguarda solo lo scandalo sanità, per quanto gravissimo possa essere alla luce delle intercettazioni ambientali. Abbiamo sempre denunciato l’esistenza di queste pratiche nei più svariati settori della pubblica amministrazione, la sorpresa, purtroppo, non riguarda quello che sta venendo fuori piuttosto il fatto che sia venuto fuori solo adesso, con un cambio di rapporti di forza politici in essere nel paese“.

Quindi, l’elenco di ciò che non è stato fatto: nessun Piano rifiuti, nessun Piano sanitario, nessun intervento sulla competitività e sul lavoro, disastro nelle riorganizzazioni sovracomunali (Auri, Comunità Montane, Umbra Acque).

Da qui la necessità di costruire una nuova proposta politica per l’Umbria, “una proposta di discontinuità, popolare, di cittadinanza, capace di essere inclusiva, larga e plurale“.

Il documento si conclude così: “Non ci interessano schemi superati o riedizioni di formule che non esistono più: vogliamo rimettere al centro i contenuti e costruire un nuovo sistema di alleanze che non veda protagonisti né i simboli né gli interpreti che ci hanno portati nella attuale, drammatica condizione“.

La politica umbra, in vista delle elezioni di autunno, è sempre più affollata di civismo.