Si è svolta ieri pomeriggio presso la scuola elementare di Preggio un'assemblea pubblica per discutere della decisione di Poste Italiane di chiudere gli uffici postali periferici. L'iniziativa è stata promossa dal Comune di Umbertide e dal Consigli di quartiere di Preggio. Erano presenti anche i rappresentanti dei Consigli di quartiere di Niccone e Cazolaro.
Di fronte ad una nutrita platea, il sindaco Giampiero Giulietti ha ripercorso le varie tappe della vicenda, illustrando ai cittadini le azioni intraprese dall'Amministrazione Comunale di Umbertide per scongiurare la soppressione di un servizio fondamentale, soprattutto per le frazioni più periferiche e disagiate. Nonostante la disponibilità del Comune a farsi carico delle spese di affitto dei locali e delle utenze, nonché del personale, e ad implementare i servizi, creando dei veri e propri centri multiservizi, come ribadito nelle lettere inviate all'amministratore delegato di Poste Italiane Massimo Sarmi, alla responsabile per la Regione Umbria Tiziana Morandi e al direttore delle Poste di Perugia, Poste Italiane ha ribadito la decisione di andare avanti per la sua strada.
La decisione ha suscitato la rabbia dei cittadini, in particolare di quelli di Preggio, che con la chiusura dell'ufficio postale (oggi aperto due giorni a settimana) sarebbero costretti a percorrere almeno 20 km di automobile per raggiungere quello più vicino, con notevoli disagi, in particolare per la popolazione più anziana. L'assemblea ha quindi espresso la sua netta contrarietà alla decisione di Poste Italiane di chiudere gli uffici postali periferici e ribadito la volontà di continuare a combattere per salvaguardare un servizio essenziale. “E' inaccettabile che i cittadini vengano privati di un servizio essenziale come quello dell'ufficio postale – ha dichiarato il sindaco Giulietti – Non ci arrendiamo all'ipotesi di chiusura degli uffici postali e continueremo a tutelare il nostro territorio”.
Nel frattempo, oltre a sollecitare le istituzioni e il mondo della politica tramite una lettera inviata alla Regione Umbria e ai Gruppi consiliari regionali, l'Amministrazione Comunale ha scritto anche al Ministero dello Sviluppo economico chiedendo copia della convenzione che disciplina il servizio postale, al fine di verificare se esistano gli estremi per intentare la via legale contro Poste Italiane.