di Maurizio Hanke
I proverbi – si sa – sono la saggezza popolare , e , più di tante parole, spiegano come va il mondo. Così anche a Spoleto dove, finita la festa, ovvero la campagna elettorale e il Festival, dopo brindisi e mangiate, i problemi gravi della città, restano tutti, irrisolti e drammatici. Infatti, i “nuovi” uomini del palazzo, dopo lo smodato presenzialismo alle prime, ai vernissage, e soprattutto alle cene , dopo la patetica abbuffata di interviste al Sindaco durante le trasmissioni televisive condotte da più o meno vernacolari comunicatori , sempre proni al potere; dopo appunto le penose overdosi di autoincensamenti festivalieri, i nuovi amministratori già cominciano a mostrare il nulla. Nulla di programmi e soprattutto, nulla di azione politica concreta. La crisi della città resta tutta: resta, ad esempio il problema tutt’altro che effimero dei risparmi – polverizzati – dei diciannovemila azionisti della Spoleto Credito e Servizi per i quali, in campagna elettorale, avevo chiesto al candidato sindaco Cardarelli di spiegare agli elettori qual era stato il suo ruolo e le sue responsabilità nella gestione di quella Società per lunghi anni, ricevendone in cambio una minaccia di querela che ancora sto attendendo; resta il mistero del nuovo piano industriale di Banca Desio ora nuova proprietaria della Banca Popolare di Spoleto da cui si saprà se la Direzione Generale spoletina ed i suoi circa duecento addetti appunto resteranno a Spoleto. E qui bisogna riconoscere che – per almeno uno di questi dipendenti – Cardarelli si è dato da fare subito. E’ la Dirigente Bps Agnese Pula, coniugata con il noto commercialista Roberto Rossi, già revisore dei conti del Comune, capo del collegio sindacale di Spoleto Credito e Servizi e successivamente di Bps (una carriera presso banche e Comune che dura da 20 anni) e oggi fedelissimo sostenitore di Cardarelli. Lo stesso Sindaco, appunto – con singolare tempismo – ha scongiurato il trasferimento della Pula verso altri lidi (un po’ di centinaia di chilometri) tramite la sua cooptazione come assessore al Bilancio. E gli altri 199 dipendenti spoletini (800 in tutta la banca ed in maggioranza umbri)? Avranno le stesse attenzioni da parte della neonata multicolore giunta? E, senza – per ora – avere nulla da eccepire sulle capacità della Sig.ra Pula, a suo tempo già assunta alla Bps con il massimo livello di Dirigente (pur non provenendo dal mondo bancario), siamo sicuri che il suo incarico nell’ente comunale non sia incompatibile secondo la normativa vigente? Una sentenza della Corte di Cassazione lo dice chiaramente e ciò fa giurisprudenza. In realtà, con tutta la simpatia possibile verso la Signora Pula, l’incompatibilità va verificata subito, ne va anche della stabilità amministrativa della città e, perché no, della credibilità della stessa Bps ora di proprietà lombarda, che ai molti suoi soci e clienti, dopo le tante sciagure degli ultimi anni (e soprattutto indagini, avvisi di garanzia e rinvii a giudizio), deve – tassativamente e subito – dare ai clienti , ai circa 19 mila soci, ai cittadini di tutta l’Umbria, dove la banca vanta circa settanta sportelli, un’immagine di banca locale, attenta alle necessità gravi del territorio e soprattutto di banca rinnovata, non di banca in cui – ad onta delle assicurazioni dei Commissari della Banca d’Italia, ancora in servizio a Spoleto – persiste l’antica continuità di affari (finanziari) e politica. E, a proposito di questioni finanziarie, qual è la strategia per risanare il dissestato bilancio del Comune? Immagino che Cardarelli e la Sig.ra Pula, esperta dirigente della contabilità Bps, stiano già lavorando alacremente sui libri contabili municipali. O è ancora tempo di vacanze al mare? Ma non era l’intero schieramento di Cardarelli che prima delle elezioni si strappava i capelli per la gravità urgentissima della situazione contabile municipale, invocando il commissariamento immediato del Comune e confutando l’azione in realtà eroicamente disinteressata del commercialista Carlo Alberto Zualdi che aveva salvato Spoleto dal dissesto e dal riprovevole ingessamento commissariale, dimezzando a tempo di record un deficit sicuramente non attribuibile solo alla precedente compagine benedettiana, ma anche a più datate scorrettezze e inadempienze amministrative. Misteri della politica all’italiana, ossia soliti, logori giuochi di ruolo, ovvero, dato che oggi comando io in Comune, ora va bene tutto quello che ieri contestavo essendo minoranza. Lampante l’esempio del Festival : per tutta la sua durata Cardarelli non ha fatto altro che sperticarsi in elogi e adulazioni, scambiarsi , buffetti e ciciate con lo stesso Direttore del Festival che ieri, da consigliere di opposizione, voleva, contabilmente inquisire come un novello Torquemada. E su questo, va riconosciuto, qualche giornalista non accodato al nuovo regime l’ha in verità fatto notare. Idem per l’Ase che, tuonava un tempo Cardarelli, “ andava chiusa” come ente inutile e fonte di sprechi, poi , dopo l’elezione a Sindaco, dietrofront, l’Ase non è più inutile e ci ha piazzato subito , come presidente un suo uomo, un altro bancario, suo fedelissimo. Che ne diranno i seguaci di Grillo che erano tra i più critici della gestione del potere attraverso un braccio operativo come l’ASE e che, anche per questo, avevano fatto confluire una notevole dose di consensi sul candidato Cardarelli? Stessa manfrina per la chiusura al traffico del centro storico e soprattutto Piazza del Mercato: un’orgia di dibattiti e fiumi di chiacchiere sulla restituzione di dignità ad una Piazza bellissima e bla bla bla sulla “città ora finalmente a misura d’uomo” e aribla bla bla per poi fare che: l’eliminazione di cinque o sei posti macchina in tutto, che non è un granchè per incoraggiare gli ultimi Mohicani residenti . Ma,poi, finito il Festival, tenere off limits Piazza del Mercato e non permettere almeno il transito in determinate ore, che senso ha? E’ invece probabile che anche gli ultimi eroici esercenti e commercianti che hanno resistito sin qui alla desertificazione del tessuto economico del centro storico spoletino, alla fine gettino la spugna e se ne vadano altrove. La ztl, in realtà non è una malattia oncologica, un’irrevocabile condanna a morte: è e deve essere un provvedimento per migliorare la mobilità urbana compenetrandola alle esigenze dei turisti , dei commercianti, ma soprattutto dei residenti. E non è e non deve essere un provvedimento calato dall’alto senza essere partecipato alla gente. Inoltre, è arcinoto che se i cittadini di un qualsiasi Comune ritengono la ztl penalizzante nei fatti, nella gestione pratica, può e anzi deve essere modificata, anche più volte, fino a trovare la soluzione più vicina alle necessità degli abitanti. Ma torniamo ad argomenti più scottanti : il “lieto finale” e le ottimistiche assicurazioni del sindaco sulla gravissima vicenda Pozzi riportate dalla stampa ci fanno presagire che più di un presenzialismo di sapore populistico e compassionevole c’è bisogno di azioni molto concrete per dare qualche speranza di ripresa produttiva allo stabilimento di S. Chiodo. Su queste emergenze economiche e sociali, compresa quella della ormai chiusa Panetto e Petrelli, si deve misurare la effettiva capacità della amministrazione nel far fronte ad un senso diffuso di disagio, di incertezza, di paura e di rassegnazione. E agli anonimi estensori di commenti che si affanneranno a rilevare come filo conduttore dei miei articoli la mia avversione verso chi mi avrebbe defraudato della vittoria in Comune, replico fin d’ora che non mi dolgo minimamente di non poter far parte di una maggioranza consiliare in Comune – nella quale in passato non mi sono mai intruppato se non per brevissimi tratti nella mia attività politica –; ma mi inquieta la aspirazione al conformismo e allo spirito gregario che non fa vedere le cose per quelle che sono. Gli ideali forti che dovremmo sempre perseguire, anche nelle faccende di casa nostra, non nascono, come insegnava Einaudi, dalla concordia ignava e dalla ossequiosa unità degli spiriti, ma “dalla varietà e dal contrasto”.