(Adnkronos) – Nel giorno dell’anniversario dell’attacco del 7 ottobre da parte di Hamas, l’organizzazione terroristica aveva “pianificato di lanciare un’ampia raffica di razzi contro Israele questa mattina, ma i suoi piani sono stati sventati. Lo rende noto l’Idf in un comunicato, precisando di aver “sventato una minaccia immediata, dopo aver individuato i preparativi da parte dell’organizzazione terroristica Hamas di aprire il fuoco su Israele”.
I caccia israeliani hanno colpito diversi lanciarazzi e tunnel in tutta Gaza poco prima delle 6,30 del mattino, ora in cui Hamas aveva pianificato di lanciare i razzi. Il gruppo islamista è riuscito a lanciare solo quattro razzi nella zona di Sufa, tre dei quali sono stati intercettati mentre il quarto è caduto in una zona aperta.
A lanciare razzi verso Israele anche Hezbollah. A renderlo noto lo stesso gruppo che parla di una salva di razzi lanciata contro la città di Karmiel, nel nord di Israele, alle 6,55 di questa mattina. Secondo i media israeliani, l’attacco ha fatto suonare le sirene a Karmiel e in altre comunità della regione dell’Alta Galilea.
Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa israeliana Ynet News, sono stati lanciati 15 razzi e la maggior parte di essi è stata intercettata. Gli ultimi lanci seguono una raffica di razzi di Hezbollah, lanciata ieri sera, che ha ferito almeno 10 persone nella città portuale di Haifa e nella città settentrionale di Tiberiade.
Israele: “Presunto ostaggio morto al festival Nova, il corpo è ancora a Gaza”
Il comune di Petah Tikva, nel centro di Israele, ha annunciato che Idan Shtivi, 28 anni, che si credeva fosse tenuto in ostaggio da Hamas, è stato assassinato il 7 ottobre al festival musicale Nova di Reim e il suo corpo è trattenuto a Gaza. Idan Shetewi lascia i genitori, Eli e Dalit, tre fratelli e il compagno, Stav.
Il 7 ottobre – raccontano i media israeliani – arrivò la mattina presto al festival Nova per documentare i suoi amici che si esibivano e conducevano workshop. Shtivi partì in macchina con due amici, Lior e Yulia, ma fu bloccato dai terroristi sulla strada che andava a nord. Girò quindi la macchina e iniziò a guidare verso sud, ma andò fuori strada.
L’ultima volta che è stato visto è stato in quel luogo, e l’auto è stata ritrovata in seguito, piena di fori di proiettile e sangue. Sono stati trovati i corpi dei suoi amici, mentre Shtivi si era creduto fosse stato preso in ostaggio a Gaza. Si ritiene che 97 dei 251 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre siano ancora a Gaza, compresi i corpi di almeno 33 persone la cui morte è stata confermata dalle Idf.
Gli aerei israeliani hanno bombardato una casa nella cittadina di Srifa, a sud della città di Tiro, nel Libano meridionale, uccidendo almeno quattro persone, secondo quanto riportato da Lebanon 24 e Quds News Network.
Un soldato israeliano di 25 anni è rimasto ucciso nella notte durante un combattimento al confine con il Libano. Altri due soldati sono rimasti feriti e sono stati portati in ospedale. Lo ha reso noto l’Idf. Dall’inizio della guerra, un anno fa, sono morti 728 uomini e donne in servizio, aggiunge l’esercito israeliano.
Il mondo “deve sostenere Israele” per portare la pace. Lo ha affermato il presidente israeliano Isaac Herzog nel giorno dell’anniversario del 7 ottobre. “Il mondo deve rendersi conto e comprendere che per cambiare il corso della storia e portare la pace e un futuro migliore nella regione, deve sostenere Israele nella sua battaglia contro i suoi nemici”, ha aggiunto.
Il segretario alla Difesa degli Stati Uniti Lloyd Austin ha ribadito l’incrollabile impegno degli Stati Uniti per la sicurezza di Israele, un cessate il fuoco a Gaza e una risoluzione diplomatica che consenta ai cittadini di tornare sani e salvi alle loro case su entrambi i lati del confine tra Israele e Libano. Parlando durante un incontro con il ministro della Difesa Yoav Gallant, Austin ha affermato che Washington mantiene una capacità significativa nella regione per difendere il personale e le strutture degli Stati Uniti, fornire ulteriore supporto all’autodifesa di Israele e scoraggiare un’ulteriore escalation.
Oggi, 7 ottobre, è un anno che Hamas ha lanciato un assalto al sud dello Stato ebraico che per gli israeliani è ”il peggior massacro dall’Olocausto”. Tutto ha inizio alle 6.30, quando le sirene antiaeree iniziano a suonare a Gerusalemme avvisando i cittadini dell’attacco in corso e di mettersi immediatamente al riparo. Le Forze di difesa israeliane stimano che circa 2.200 razzi siano stati lanciati verso il sud e il centro di Israele, tra cui Tel Aviv e Gerusalemme, dai miliziani di Hamas. Gli uomini armati di Hamas, molti dei quali in motocicletta, hanno preso d’assalto kibbutz, le comunità israeliane al confine e il rave party Nova che era stato organizzato del deserto del Negev. Più di mille palestinesi, di Hamas e di altri gruppi armati palestinesi, hanno compiuto quello che l’Onu ha definito un ”attacco coordinato e complesso” costato la vita a 809 civili, almeno 280 donne e 40 bambini, secondo le Nazioni Unite, e 314 soldati. Quasi 15mila i feriti.
In questo anno non sono mai mancati i timori di allargamento del conflitto innescato dall’attacco di Hamas. Ma mai come ora si teme per il Medio Oriente. Il giorno dopo ‘sono scesi in campo’ anche gli Hezbollah libanesi, sponsor dell’Iran al pari di Hamas, con attacchi oltreconfine contro Israele. Nell’ultima settimana più che mai preoccupa il rischio escalation.