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Guerra e Borsa, tonfi per le imprese e ansia risparmiatori

Dopo il venerdì nero delle Borse europee (a Milano il Ftse Mib ha ceduto il 6,24%) occhi puntati sulla riapertura dei mercati lunedì mattina. L’intensificarsi dei combattimenti in Ucraina e delle conseguenti sanzioni economiche alla Russia getta ancora nere nubi sulle Borse europee, che dall’inizio del conflitto hanno perso in media il 10% (Milano -13,5%). Dall’altra parte dell’Atlantico, invece, l’indice S&P 500 a Wall Street ha guadagnato il 2,4% e il Nasdaq il 2,1%. Segno di come gli Stati Uniti siano meno esposti negli scambi economici con la Russia, da cui l’Europa importa gas e grano ed esposta beni di lusso. Non è tuttavia una cattiva notizia per i risparmiatori italiani, almeno per coloro che hanno diversificato su più mercati i loro investimenti azionari.

Gli investimenti dei risparmiatori umbri

In Umbria i risparmi di aziende e famiglie investiti in azioni superano il miliardo e mezzo di euro (1,597 fonte Banca d’Italia). Di questi, 922 milioni sono investimenti di imprese e 674 milioni di famiglie. A cui si devono aggiungere i 470 milioni investiti in obbligazioni bancarie, settore sotto i riflettori vista l’esposizione sui mercati europei orientali di Intesa Sanpaolo e soprattutto UniCredit (che venerdì ha ceduto il 14,59%, perdendo quasi la metà del proprio valore di capitalizzazione in due settimane).

Gli analisti consigliano di non farsi prendere dal panico e di attendere, vista anche l’incerta evoluzione del conflitto e della situazione geopolitica internazionale.

Il tonfo Cucinelli in Borsa

E si guarda anche all’andamento nei listini delle aziende umbre quotate in Borsa. Che, ricordiamo, non registra lo stato di salute di un’azienda, ma la fiducia dei mercati. Con conseguenze, alla fine, anche per i risparmiatori piccoli investitori.

La più scambiata in Borsa, Brunello Cucinelli, trae dal mercato russo il 5% del proprio fatturato (secondo i dati Intesa Sanpaolo pubblicati prima dell’inizio dell’invasione dell’Ucraina). E il settore del lusso è tra i più colpiti dalle sanzioni economiche. Il risultato è una profonda flessione del titolo Cucinelli a Piazza Affari, nonostante le reazioni con due rimbalzi. Il 23 febbraio, quando nella notte le truppe russe sono entrate in territorio ucraino, il titolo Brunello Cucinelli valeva 51,50 euro. Al termine delle contrattazioni di venerdì, quando in un giorno solo ha perso l’8,25%, il titolo della casa di moda umbra era quotato 43,60.

Terni Energia sull’ottovolante

La guerra in Ucraina ha riproposto in modo drammatico, soprattutto in Italia, il tema dell’approvvigionamento energetico. Con conseguenze anche in Borsa. Evidente nell’andamento di un titolo come quello di Terni Energia, pure con livelli di scambi bassi. Un titolo che dall’inizio della guerra è salito sull’ottovolante, tra forti guadagni e brusche ridiscese (venerdì ha perso oltre il 16%). Per ritrovarsi poi praticamente alla quotazione ante conflitto (0.35 euro contro lo 0.36 iniziale).

Gli altri titoli umbri in Borsa

Giù il titolo Smre, prima del conflitto a 49 euro e martedì 1° marzo, giorno dell’ultima quotazione, era sceso a 47,66.

Venerdì Ecosuntek ha ceduto il 7,41%, con quotazione finale a 10,0 euro, la stessa del 23 febbraio. Dopo aver toccato, dopo l’invasione, anche quota 10,80 euro nella giornata di giovedì.

Venerdì ha ceduto oltre il 9% Go Internet, quotata a fine contrattazione a 0,58 euro. Il 23 febbraio era a 0,73 euro.