La sentenza dei giudici amministrativi respinge due motivi di ricorso della Comunanza Agraria e conferma la legittimità della proroga di concessione richiesta da azienda, Comune e Regione
Dopo 6 lunghi anni di contenziosi giudiziari, ieri (25 giugno), è arrivata al suo epilogo anche la lunga “Guerra dell’acqua” di Gualdo Tadino.
La sentenza del Consiglio di Stato, modificando l’ultima decisione del Tar, ha accolto infatti gli appelli di Rocchetta, Comune e Regione, respingendo due motivi di ricorso di primo grado della “Comunanza Agraria Appennino Gualdese”.
Nello specifico si tratta del terzo motivo – che lamentava “la violazione dell’art. 12 l. 16 ottobre 1927, n. 1766 per aver disposto il mutamento di destinazione d’uso dei terreni gravati da uso civico in contrasto con le prescrizioni procedurali che assegnano alla sola Comunanza la possibilità di richiedere il mutamento della destinazione d’uso” – e del quinto – che contestava invece “la nullità o annullabilità dell’originaria concessione mineraria e degli atti di proroga successivi, anch’essi adottati in violazione delle norme imperative di cui alla l. n. 1766 del 1927”.
I giudici amministrativi, dunque, hanno confermato la legittimità della proroga della concessione (in scadenza nel febbraio 2022) “per la coltivazione di sorgente di acqua minerale”, che di fatto Rocchetta ha sempre gestito da oltre 70 anni.
Inequivocabile quanto essenziale il commento del sindaco Massimiliano Presciutti a margine della sentenza: “Il tempo è galantuomo sempre!
Oggi dopo 6 lunghi anni, dove ne ho sentite e subite tante, è una bellissima giornata per la nostra comunità!“