Istituzioni

Gubitosi direttore di Umbria Jazz? “Non lascio il Giffoni”

Per Umbria Jazz non c’è pace. Dopo le polemiche sfociate con la conferenza stampa di chiusura dell’edizione 2016 del festival perugino, nei giorni scorsi i commenti erano stati tanti, sia istituzionali che sui social network. Un’intera città si è schierata, chi da una parte chi dall’altra, con in mano il vessillo della cultura perugina. Motivo del contendere, almeno fino a qualche giorno fa, erano stati soprattutto gli investimenti pubblici (del Comune di Perugia, nello specifico) destinati a Umbria Jazz e a Perugia 1416. Su quest’ultima manifestazione si era pronunciato anche il patron di Uj, Carlo Pagnotta, il quale, in alcuni video pubblicati dalla stampa locale, aveva tuonato: “è una buffonata. Umbria Jazz invece è unico“.

Oggi la polemica tocca alla direzione di UJ, che potrebbe essere assegnata, in base ad una recente dichiarazione del consigliere di maggioranza di Palazzo dei Priori, Carmine Camicia, al presidente del Giffoni Film Festival, Claudio Gubitosi. In un suo ordine del giorno, Camicia aveva annunciato di aver “invitato a partecipare nella commissione competente, il rappresentante nel CDA di UJ del Comune di Perugia, Gian Luca Laurenzi, al quale il sottoscritto chiederà, di farsi portavoce all’interno del CDA affinché il direttore artistico, stanco e forse con problemi di salute, sia sostituito da un vero professionista che potrebbe essere o l’attuale assistente o dal Maestro Claudio Gubitosi, soprannominato l’architetto dell’immaginario, noto sia per essere direttore artistico del Giffoni film festival, che come presenze supera di gran lunga UJ, e noto per essere stato anche  il direttore artistico di umbria fiction“. Camicia nella stessa nota ha dichiarato di voler chiedere a Laurenzi, e con la presenza dell’assessore Fioroni, “attraverso un accesso agli atti, tutti i rimborsi a piè di lista versati al direttore artistico, nonché tutti gli altri rimborsi erogati a terzi, non visibili nel bilancio della fondazione”.

Messo al corrente della notizia, Gubitosi non si è lasciato sfuggire il commento: “leggo dai giornali locali e dai siti umbri che si è fatto il mio nome, come nuovo direttore, per Umbria Jazz, uno dei più grandi eventi europei. Io non lascerò mai Giffoni. Sono convinto, inoltre, che per fare il direttore di un posto devi vivere il territorio, conoscerlo in ogni suo aspetto. Se il direttore deve rimanere solo due anni, al massimo, come può un direttore immaginare di fare un percorso legato al territorio? Il suo obiettivo è quello di fare un buon programma, se ci riesce e se glielo fanno fare. Bisogna, invece, scegliere uomini almeno per cinque anni, che hanno contatti con le persone e vivono il territorio; altrimenti sono tutte protesi che hanno un momento di visibilità ma può succedere che le protesi vengano rigettate dal corpo. Anche in Campania – conclude Gubitosi – si verificano iniziative del genere, dove non si capisce perché, pur avendo fatto grandi investimenti, i risultati sono abbastanza scadenti”.

Camicia non è comunque nuovo a polemiche del genere: già nei giorni del festival musicale perugino, con un’altra sua nota, aveva definito Umbria Jazz come “una manifestazione spenta, per la quale l’organizzazione poteva spendersi di più“. A riguardo Pagnotta non aveva esitato a rispondere: “è perfino imbarazzante essere trascinati in una polemica tra uno dei più grandi festival del mondo ed un oscuro cacciatore di notorietà a buon mercato“.

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