“Gubbio, insieme ad altri Comuni italiani con analoghe caratteristiche, subisce da sempre un’ingiustizia storica, mai sanata da alcun Governo e Parlamento della nostra Repubblica“. Inizia così la lettera del sindaco Filippo Stirati, inviata in queste ore proprio al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni e, tra gli altri, ai presidenti di Camera, Senato, Parlamentari umbri, ministro Nello Musumeci, presidente della Regione Donatella Tesei e presidenti di Anci e Ali.
Per il primo cittadino – sottolineando come il Comune di Gubbio abbia 31.400 abitanti per una estensione di 525 km quadrati (è il 7° più vasto d’Italia anche davanti a Milano) – questa ingiustizia storica è proprio lo “squilibrio” che l’amministrazione si trova ad affrontare, da sempre, con le scarse risorse derivanti esclusivamente dal numero degli abitanti, ben inferiore rispetto ad un territorio così esteso.
Una situazione resa ancora più problematica dal fatto che questa sia un’area interna con una configurazione collinare e montana, connotata da fenomeni di dissesto idrogeologico, oltre che sismica, come testimoniato dai numerosi terremoti degli ultimi decenni.
Per fornire alcune cifre indicative Stirati ha quindi evidenziato come entro i confini comunali ci siano circa 600 km di strade comunali da mantenere, un verde pubblico sconfinato e 38 cimiteri (6 dei quali non in funzione): “Una enorme responsabilità in termini di cura, di studio e promozione su tutti i fronti – ha dichiarato Stirati – Ritengo che sia facilmente immaginabile la fatica e l’inadeguatezza inevitabili che scontiamo nel dover rispondere alle legittime istanze dei nostri cittadini, presenti anche nei luoghi più periferici del Comune, ricchi di valenze paesaggistico-ambientali e quindi suscettibili di interessanti progressi nel campo del turismo e dell’esaltazione di originali tipicità“.
Alla luce di queste considerazioni il sindaco ha sottoposto all’attenzione dei prestigiosi destinatari “la necessità di stabilire nei meccanismi che presiedono alla finanza locale un correttivo economico che rappresenti una compensazione per tutti quei Comuni italiani che, in ragione delle dimensioni territoriali, affrontano una sfida impari per le loro reali forze disponibili. Sarebbe una grande occasione per porre fine ad una plastica discrasia e ad una iniquità palese”.