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Gubbio, vertenza Sirio Ecologica: “la regione sta svolgendo il proprio ruolo”. La nota di Smacchi (Pd)

Il consigliere regionale del Partito Democratico, Andrea Smacchi torna a parlare della vertenza Sirio ecologica di Gubbio e nel sottolineare come la Regione Umbria stia “svolgendo appieno il proprio ruolo”, evidenzia tuttavia l'urgenza di “arrivare alla definizione degli aspetti tecnici necessari per la riattivazione dell'intero ciclo aziendale”. Nell'auspicare che venga verificata fino in fondo l'attuabilità del piano industriale del gruppo Maio”, spiegando che in caso contrario “si aprirebbe contestualmente la procedura fallimentare, dando vita all'ipotesi peggiore per i lavoratori”.

Per Smacchi ora è “assolutamente necessario uno sforzo congiunto da parte di tutti i soggetti interessati su questa vicenda e un'assunzione di responsabilità collettiva”.
“L'esito del tavolo regionale sulla vertenza Sirio conferma che vanno chiarite, al più presto, alcune questioni di fondo che non possono rimanere un minuto di più in condizioni di indeterminatezza. Il rischio concreto è quello di perdere il futuro occupazionale di 35 lavoratori”. Così il consigliere regionale Andrea Smacchi (Pd) per il quale va fatta “innanzitutto chiarezza sul ruolo e le competenze del Comune di Gubbio, chiamato, in questa fase, a dare un giudizio solo ed esclusivamente di carattere tecnico sulla compatibilità del piano industriale presentato dal gruppo Maio (in particolare lo sterilizzatore) con il vigente strumento urbanistico. Fatta chiarezza su questo aspetto dirimente – spiega il consigliere regionale -, spetterà all'apposita conferenza dei servizi dare un giudizio definitivo di merito rispetto all'eventuale compatibilità paesaggistica ed ambientale dello sterilizzatore”.
Per Smacchi, quindi, “parlare di altre soluzioni prima di aver verificato fino in fondo l'attuabilità del piano industriale del gruppo Maio, risulta prematuro e fuori luogo. Occorre invece stringere i tempi del confronto per evitare che la situazione precipiti. Il futuro della continuità aziendale e quindi di tutti gli ex dipendenti (35 in tutto) è appesa ad un filo molto sottile visto che il 31 dicembre scadrà l'ultima proroga degli ammortizzatori sociali in deroga. Qualora il gruppo Maio non fosse messo nelle condizioni di dare seguito al proprio piano industriale – sottolinea l'esponente regionale del Pd – si aprirebbe contestualmente la procedura fallimentare, l'ipotesi peggiore per i lavoratori che si troverebbero disoccupati e coperti, a quel punto, soltanto da 8 mesi di indennità di disoccupazione”.
Smacchi assicura comunque che “la Regione sta facendo di tutto per scongiurare questa ipotesi, cercando di rendere compatibili gli interessi di impresa e lavoratori, con le esigenze della municipalità eugubina. In questo contesto – aggiunge – vanno messe sul tavolo tutte le possibili soluzioni, progetti credibili e non estemporanei, che non creino false aspettative fra i dipendenti. Ora è assolutamente necessario – conclude Smacchi – uno sforzo congiunto su questa vicenda da parte di tutti i soggetti interessati; un'assunzione di responsabilità collettiva è quanto mai necessaria viste le scadenze molto ravvicinate che non consentono più a nessuno di perdere ulteriore tempo”.