La Regione Umbria ha archiviato il caso del “cacciatore zero” nella controversia tra la Libera Caccia e il Wwf, dando ragione all’associazione venatoria. Orlando Cintio, cacciatore spoletino che nel 2017 era stato multato da alcune guardie venatorie volontarie del Wwf mentre era a caccia, si è visto infatti recapitare dalla Regione la comunicazione che accoglie i rilievi del legale della Libera Caccia dell’Umbria, l’avvocato Marzio Vaccari, annullando le sanzioni e il provvedimento di sequestro.
L’avvocato Vaccari aveva infatti da subito contestato la legittimità ad intervenire da parte delle guardie venatorie in questione, perché prive del decreto, rilasciato dalla Provincia, che abilita alle funzioni di controllo in materia venatoria.
Un’eccezione che ha aperto non solo una battaglia giudiziaria e amministrativa, ma anche politica. La scoperta che effettivamente diverse guardie volontarie venatorie avevano effettuato controlli ai cacciatori, comminando sanzioni ed effettuando sequestri, pur in assenza di un decreto abilitativo, era finita anche in Regione. In ballo, infatti, c’erano centinaia di verbali e conseguenti provvedimenti eseguiti, secondo quanto emerso, in modo illegittimo. Né il rilascio di alcuni decreti successivamente alle contestazioni – fatto dalla Provincia per non rischiare di perdere i soldi delle multe – aveva placato le polemiche, complicando semmai una situazione che ha portato alcune guardie venatorie davanti al Tribunale di Spoleto per un procedimento penale tutt’ora in corso.
Anche perché, nel frattempo, la Libera Caccia ha lamentato – e contestato sempre tramite l’avvocato Vaccari – una serie di azioni a proprio danno, tra cui una multa, anche quella archiviata, di 15mila euro al presidente regionale Lando Loretoni. Che ora, a distanza di molti anni, esprime comprensibilmente soddisfazione per la conclusione della vicenda del cosiddetto “cacciatore zero” del casus belli Libera Caccia vs Wwf. “Si conclude una battaglia per la legalità – commenta Loretoni – che avevamo condotto da soli. Osteggiati non soltanto dal Wwf, con una serie di azioni che hanno portato a verbali, tutti puntualmente annullati perché illegittimi, ma addirittura da altre associazioni venatorie. L’esito di questa vicenda conferma che l’attività svolta dalle guardie volontarie venatorie, proprio per la sua importanza, deve essere sempre fatta nel rispetto delle norme e avendo come unico obiettivo la corretta vigilanza sull’attività venatoria“.